Relazione tra sintomo e causa
La lesione più comune è l’afta o ulcera aftosa o stomatite aftosa (quando le lesioni sono più di una). Le afte si presentano come ulcere di grandezza variabile:
si distinguono afte erpetiformi (così chiamate perché simili alle vescicole erpetiche) di 1-2 mm di diametro; afte minor, le più frequenti, da 2 mm fino a 1 cm di diametro; afte major, di dimensioni superiori a 1 cm, che talvolta vengono sottoposte a biopsia per la diagnosi differenziale con lesioni più gravi.
Si tratta di una patologia fastidiosa: le lesioni sono molto dolorose e, pur esistendo diversi rimedi, nessuno è molto efficace. È possibile alleviare la sintomatologia con decotti di salvia e malva, toccature con Tea tree oil oppure con una bustina di tè bagnata che accelera la guarigione grazie all’azione dell’acido tannico. Oppure una toccatura con un cotton fioc con Ipoclorito di sodio al 7% dell’Ematologo Dott. Ruffini.

Poiché l’afta è ritenuta una patologia a eziologia autoimmune, e non è stato scoperto alcun agente eziologico, è importante riflettere, come la Medicina di Segnale insegna, sui motivi per cui un soggetto ne è colpito, soprattutto se il disturbo si ripete ed è frequente.
Tra i fattori scatenanti si annoverano stress, intolleranze alimentari, disbiosi intestinali, prolungati trattamenti antibiotici, fumo di tabacco e carenze nutrizionali soprattutto di vitamina C, acido folico (vitamina B9), vitamina B12 e ferro.
Argomenti come le intolleranze alimentari, le disbiosi intestinali e l’importanza di prebiotici e probiotici sarebbero da approfondire in altra sede.

Cheilite angolare
Abbastanza comune e sempre associata a carenze nutrizionali è la cheilite angolare, detta anche ragade della bocca. Compare alla commissura labiale, la zona dove il labbro superiore si unisce con l’inferiore (angolo della bocca).
È frequente negli anziani portatori di protesi mobili e con deficienze nutrizionali di vitamina B12 e ferro. È spesso associata e causata da Candida. Appare come una zona eritematosa o come una fessurazione dolente.
Anche questa è una patologia fastidiosa che provoca dolore e spesso recidiva, presentandosi più volte nel corso della vita.
Candidosi orale
È un’affezione dovuta a miceti del genere Candida; nel cavo orale ne sono normalmente presenti sette specie e di solito quella responsabile della malattia è C. albicans. Questo fungo, per qualche motivo, talvolta si replica in maniera importante e dà luogo a candidosi orale.
Si definisce quindi la candidosi una malattia opportunistica o una “malattia del malato”, nel senso che è segnale di altra patologia nello stesso individuo. Nel bambino è frequente il “mughetto”, una stomatite candidosica che colpisce dai 3 ai 9 anni e ha un significato più “benigno” rispetto all’adulto.
Nel soggetto adulto non è da sottovalutare e si presenta quasi sempre come una stomatite che inizia con una lesione eritematosa (arrossamento), dopodiché a distanza di qualche giorno compaiono formazioni biancastre su un fondo eritematoso.

Queste formazioni, che si possono asportare con una garzina, hanno aspetto a “latte cagliato”. Il soggetto avverte bruciore e spesso ha difficoltà ad alimentarsi.
Se giunge all’osservazione un paziente con candidosi orale è importante riflettere sul fatto che può essere conseguenza di un diabete non ancora diagnosticato oppure di un’immunosoppressione in atto; si può anche sospettare come lesione dovuta a HIV.
A livello nutrizionale molto spesso nella candidosi si è di fronte a carenza di ferro, acido folico e altre vitamine (A, C, B1, B2, K) oppure a carenza di zinco o a diete squilibrate (troppo ricche in zuccheri semplici)

Sindrome della bocca urente
Conosciuta come Burning Mouth Syndrome (BMS) è un’affezione tipicamente femminile (interessa soprattutto le donne in menopausa), relativamente frequente, di difficile inquadramento nosologico e la sua definizione è ancora controversa.
La sindrome è caratterizzata da sintomatologia dolorosa urente, prurito e/o vere e proprie algie spesso associate a bocca secca (xerostomia), in assenza di evidenti lesioni cliniche. Questo quadro è spesso collegato a disturbi psicologici in pazienti con personalità ansiose, depresse, ipocondriache e stressate.
Le sensazioni dolorose sono descritte dalle pazienti come “punture di spilli”, “palato freddo come il ghiaccio” o “lingua ustionata da liquido bollente”. La risoluzione di questi casi è difficile e sicuramente non si ottiene con la somministrazione di ansiolitici, come qualcuno propone.

Sappiamo infatti che tra gli effetti indesiderati di tali farmaci è frequente un aumento della secchezza orale; meglio un approccio psicoterapeutico, affiancato magari da una sana alimentazione.
Interessante uno studio che ha proposto una terapia miofunzionale nella BMS con esercizi volti al ripristino posturale della lingua: la terapia si è dimostrata efficace ma i casi esaminati erano solo cinque, quindi non sufficientemente significativi.
Altrimenti terapie come quelle dello scienziato Calligaris, e rimedi che lavorano sia nei punti dell’ago puntura che a sostegno terapeutico posso sicuramente dare sollievo e recupero nei momenti di forte stress.

Bibliografia: Medicina di Segnale modificato Francesco Ciani
