La guarigione è sempre legata alla comprensione
La quantità di omocisteina nel sangue è uno dei test più rilevanti e predittivi dello stato di salute. Livelli elevati costituiscono un fattore di rischio attendibile per:
Infarto miocardico, Ictus, Cancro, Diabete, Problemi alla tiroide, Depressione, Disturbi neurologici
Infertilità, Dolore cronico, Disturbi digestivi, Graduale perdita di funzione degli organi
Perché l’omocisteina è pericolosa?
Quando l’omocisteina si accumula nel circolo ematico, diventa cardiotossica, neurotossica e cancerogena. Come illustrato nello schema che segue, dall’omocisteina si ottengono due importanti molecole:

NAC (amminoacido non essenziale, ma indispensabile per la sintesi endogena di altre sostanze chiave, tra cui il glutatione, ad esempio) S-adenosil metionina (SAMe), un donatore di metili fondamentale per il benessere psicofisico, che verrà approfondito in seguito, proseguendo la lettura.
L’aumento dell’omocisteina in circolo corrisponde a una perdita di composti cruciali indispensabili per: la formazione e il ricambio dei tessuti connettivi, la fluidità del sangue, le funzioni immunitarie, la detossificazione.
Gli effetti disastrosi dell’omocisteina elevata derivano proprio dalla carenza dei seguenti composti: glutatione, un antiossidante endogeno cruciale, di cui si parlerà nel capitolo dedicato alle difese immunitarie, solfati (fondamentali per la salute della pelle, delle giunture e per mantenere la fluidità del sangue);

DHEAS[80] (deidroepiandrosterone solfato), ormone multifunzionale, che influenza le cellule dell’endotelio vascolare (una parte della struttura dei vasi sanguigni soggetta ad usura e invecchiamento precoce), la funzione immunitaria e l’attività neuronale;
S-adenosil metionina, molecola coinvolta in oltre 40 reazioni; serve, ad esempio, per eliminare sostanze tossiche, stress, la sintesi di serotonina e melatonina.
Uno o più di questi composti appena elencati, possono risultare carenti anche se i livelli di omocisteina rientrano nella norma, e persino dopo una integrazione di vitamine B, poiché, come vedremo, la varietà degli enzimi coinvolti, necessita di diversi micronutrienti.

Ciò premesso, ora forse risulta più chiaro perché l’omocisteina elevata, senza sintomi, determini l’insorgenza di svariati disturbi[81]:
ictus, aneurisma, arteriosclerosi e coronaropatia[82]; invecchiamento precoce – l’omocisteina interferisce con l’enzima telomerasi, impedendo la corretta formazione del DNA ed è associata allo sviluppo del cancro in generale[83]; fibrillazione atriale e F.A. ricorrente[84],
diminuzione della frazione di eiezione del cuore[85]; vasculopatie, trombosi venose, embolia polmonare, osteoporosi, perdita dell’udito, distacco della retina, emicrania, ipertensione[86], ipotiroidismo[87],[88];
preeclampsia (ipertensione), nascita pretermine (prima della 37esima settimana di gestazione), aborto spontaneo, distacco della placenta, difetti del tubo neurale del neonato[89].

L’omocisteina oltrepassa la barriera ematoencefalica e nel cervello riduce i neurotrasmettitori. Pertanto, livelli ematici sopra la norma si ripercuotono sulle funzioni cognitive in vari modi:
causano e aggravano disordini neurologici come Parkinson[90], Alzheimer[91], schizofrenia e disturbo bipolare[92]. contribuiscono allo sviluppo e al perdurare di uno stato depressivo, conducendo alla demenza e al ritardo mentale[93]
L’iperomocisteinemia altera il metabolismo lipidico[94] ed energetico perché favorisce lo sviluppo e il peggioramento di[95]: ipercolesterolemia, elevati livelli glicemici e insulinemici,
sovrappeso, sindrome metabolica, diabete tipo 2, aritmia cardiaca e fibrillazione atriale.

Omocisteina e metabolismo energetico – lipidico
A prescindere dall’età, dallo stile di vita, dalla genetica o dalle abitudini alimentari, l’omocisteina elevata è devastante per tutti gli organi, proprio come il glucosio in eccesso, sebbene con meccanismi differenti.
L’iperglicemia, ad esempio, comporta, nel tempo, persino l’amputazione. È interessante notare che l’omocisteina e il glucosio condividono con il colesterolo il torrente ematico.
Tuttavia, mentre il colesterolo elevato non danneggia gli organi, viene invece danneggiato dall’omocisteina[96] e dal glucosio[97]. Perché allora, il colesterolo non si comporta allo stesso modo?

Alimentazione
Tra le cause di omocisteina elevata vi è un’alimentazione in cui prevalgono cereali, legumi e patate. L’eccesso di glucosio e di insulina (l’ormone che riporta alla normalità i livelli di glucosio) influenzano, a lungo andare, in modo negativo il metabolismo dell’omocisteina[100].
Altre cause derivano da: assunzione di farmaci, carenza di metionina e di micronutrienti, come folati, B12, B2, B6, magnesio e altri, insufficienza renale[101], età, mutazione genetica dell’enzima MTHFR[102
L’omocisteina si forma a partire dall’aminoacido metionina e richiede vitamine B e altri micronutrienti per essere metabolizzata e riciclata.
Tali sostanze si trovano nella carne, nelle uova, nei legumi, nel latte e in molti altri alimenti[103]. È bene ricordare che non esistono alimenti o diete “perfetti” in grado di fornire tutti i nutrienti nella giusta quantità.

Fattori di rischio per omocisteina elevata
Variare il più possibile le proprie scelte alimentari è utile, ma è una indicazione insufficiente, che non tiene conto dello stato di salute, del contenuto degli alimenti, delle condizioni soggettive di stress, dell’età, delle predisposizioni, dell’assunzione di farmaci, dell’inquinamento ambientale e di particolari condizioni genetiche abbastanza diffuse.
Geni MTHFR, MTRR, MTR e altri polimorfismi (mutazioni genetiche) Stile di vita Eccessiva assunzione di alcool, caffè (>5 al giorno), fumo, carenze nutrizionali, esposizione a tossine (metalli pesanti, pesticidi, alluminio e altri inquinanti ambientali) Farmaci Diuretici tiazidici (L-Dopa), antidiabetici (insulina, metformina).
Anticonvulsionanti (lamotrigina, valproato e altri). Contraccettivi orali. Sulfasalazina, metotrexate. Fenofibrati, fluoxetina, warfarin, teofillina. Niacina in eccesso (effetto mitigato da a. folico)*. Obesità Indice di massa corporea ≥ 30

Malattie Diabete, gastrite, morbo di Crohn, colite, insufficienza renale, ipertensione, ipotiroidismo Invecchiamento Nel Sistema Nervoso Centrale il Metilfolato si riduce con l’età Varela-Moreiras G 2001 DOI: 10.1016/S0753-3322(01)00126-3. Bottiglieri T. 2005 PMID: 1610945. Stahl SM 2009 PMID: 19178394. Sobczyriska-Malefora A. 2009 PMID: 19349858. Bolander-Gouaille C Prasad, K. 1999 DOI:10.1007/bf01616850. *Garg R et al. 1999 PMID: 10577438.
Quali alimenti scegliere
Tutti gli alimenti elaborati, e a lunga conservazione, contengono additivi che l’organismo deve smaltire, sono poveri di nutrienti essenziali, come vitamine B, C, E, magnesio, e altri.

È utile consumare proteine animali, non trattate, da cucinare in casa, provenienti da animali allevati allo stato brado, insieme a molta verdura di stagione, possibilmente appena scottata (al vapore o in padella), per una miglior assimilazione delle sostanze nutritive contenute nelle fibre e per favorire una buona digestione. Inoltre, un alimentazione in cui prevalgono cibi amidacei e zuccherini favorisce l’aumento dell’omocisteina[104].
Abitudini da evitare
Gli scienziati della Johns Hopkins University hanno scoperto che più caffè si consuma e maggiori sono i livelli di omocisteina[105]. I consumatori di alcool[106] e i fumatori sono soggetti ad un aumento dell’omocisteina in circolo, soffrono di un maggior stress ossidativo e possono andare incontro a carenza di folati[107]. Anche il fumo passivo di sigaretta può incrementare i livelli di omocisteina[108].

Mancanza di sonno
Dormire meno di 6 ore a notte può aumentare l’omocisteina, contribuendo allo sviluppo di ipertensione, arteriosclerosi[109] e all’interruzione dei cicli circadiani[110].
“Abbassare i livelli di omocisteina con un dosaggio elevato di vitamine del gruppo B nei pazienti con ictus ischemico non ha ridotto il rischio di ictus ricorrente.”
Dunque, per sostenere il metabolismo dell’omocisteina in modo efficace, sono indispensabili tutti i
micronutrienti coinvolti in quella via biochimica. Ed è altresì necessario tener presente la funzionalità degli enzimi che, come nel caso dell’enzima MTHFR,
possono essere difettosi.

Chi deve fare i controlli
Coloro che presentano fattori di rischio cardiovascolari: infarto, trombosi, embolia, rivascolarizzazione, trapianto cardiaco. Bimbi e adolescenti in caso di problemi alla vista oppure in caso di frequenti fratture[111],[112]. Donne in gravidanza oppure in menopausa, e nel caso si faccia uso di anticoncezionali orali. Chi ha l’osteoporosi.
Chi ha il colesterolo HDL basso, chi soffre di obesità centrale o ha già ricevuto una diagnosi di sindrome metabolica. Chi segue una dieta ricca di cereali, patate e legumi. Coloro che soffrono d’insonnia, depressione, disturbo bipolare e schizofrenia.
Coloro che assumono farmaci di qualunque genere e per qualsiasi patologia in corso. Coloro che soffrono di disturbi gastrici e a maggior ragione se assumono farmaci gastroprotettori. Chi è abituato a fumare oppure a bere vino tutti i giorni.

Bibliografia: Stress, Alimentazione, Infiammazioni nascoste
