Microbiota o geni?
Asse intestino cervello nella Sclerosi Multipla
La Sclerosi Multipla (SM) è largamente considerata una patologia autoimmune, dovuta ad un attacco di auto-anticorpi contro la mielina, anche se non sono noti gli antigeni, non sono stati individuati marker biologici specifici , sintomi patognomici e test paraclinici che ne permettano una sicura diagnosi .
La diagnosi non è facile a causa della eterogeneità dei sintomi, molti di questi non specifici della sclerosi multipla .Nonostante siano stati riportati danni assonali, già descritti nel 1865 …
la demielinizzazione è considerata la caratteristica principale, anche se è stata riportata come un possibile epifenomeno in quanto presente in altre patologie neurologiche, per il disaccordo tra i sintomi e la distribuzione delle placche, ma, soprattutto, perché le placche sono state trovate in autopsie di persone che non avevano mai manifestato sintomi neurologici .
Questo dato, insieme alla ferma convinzione dell’importanza delle placche nella SM, ha portato a definire una forma di SM silente!!!
In tal modo chi muore sano, senza mai avere avuto problemi neurologici, in realtà era malato di una forma silente di una o più delle tante patologie neurologiche caratterizzate dalle placche.
Le placche demielinizzanti sono, invece, la caratteristica principale del modello sperimentale utilizzato per la SM, il modello di encefalomielite autoimmune , ma c’è disaccordo nel considerarlo un modello corretto per la sclerosi multipla :
oltre a differenze cliniche… risulta evidente uno scarso travaso di molecole efficaci nel modello sperimentale, alla SM, tanto da arrivare a scrivere: “tutto cura l’encefalomielite autoimmune, anche una soluzione salina, niente cura la sclerosi multipla”.
In effetti l’efficacia delle attuali terapie, che si basano sulla componente autoimmune, è riportata non essere molto elevata:
l’interferone è riportato capace di rallentare la conversione della SM nei primi 2-3 anni di trattamento, ma dopo 5 anni non si registrano guadagni nelle disabilità , mentre il Glatiramer acetato non rallenta nemmeno la fase iniziale .
Comunque, entrambi sono inefficaci nella fase progressiva della patologia
Nel frattempo l’incidenza della SM è riportata in aumento, ed è causa di morte nei 2/3 dei casi. Questo risulta dagli studi retrospettivi sui registri ospedalieri, in quanto c’è discrepanza sulla gravità della patologia tra gli studi retrospettivi e i risultati degli studi clinici sponsorizzati riportanti che la SM non modifica l’aspettativa di vita, oltre ad essere facilmente curabile.
Recentemente è stato dimostrato come una caratteristica delle patologie autoimmuni sia una elevata permeabilità intestinale, che, addirittura, precede i sintomi.
Alla permeabilità corrisponde uno stato infiammatorio.
Alessio Fasano propone la determinazione plasmatica della zonulina come marker della permeabilità intestinale. Per confermare il ruolo della permeabilità intestinale nelle patologie autoimmuni, determina la zonulina nelle diverse patologie.
Nella SM riporta che il29% dei pazienti, da lui osservati, ha un livello di zonulina doppio dei controlli.
Risultato che, per Fasano, conferma l’aspetto autoimmune della SM, ma invece dimostra che il 71% dei pazienti, da lui studiati, hanno un livello normale di zonulina. Quindi, gli stessi risultati di Fasano, indicano che la componente autoimmune non è frequente nella SM.
In analogia con quanto riportato per altre patologie neurologiche, note non essere acarattere auto-immune, come, ad esempio l’epilessia, dove nel 20% dei casi sono stati trovatiespressi auto-anticorpi verso complessi proteici coinvolti nella patologia.
Se non è autoimmune, quali sono le cause?
Molti dei sintomi riportati nella SM, non specifici della SM, sono riconducibili ad un deficit diserotonina e di melatonina. Già nel 1979 Monaco et al. riportano bassi livelli plasmatici di triptofano (Trp) , ammino acido essenziale precursore della serotonina, che, a sua volta, è precursore della melatonina.
In base a questi livelli plasmatici è valutabile una scarsa sintesi cerebrale di serotonina e, quindi, di melatonina.
Il deficit cerebrale di serotonina è confermata dai bassi livelli dei cataboliti liquorali dellaserotonina, HVA e 5-HIAA, nei pazienti SM.
La teoria monoamminergica della depressione, che portò alla realizzazione dei farmaci serotoninergici SSRIs, ebbe inizio proprio sulla base di identici risultati nei pazienti depressi.
Invece la depressione nella SM è stata poco considerata, anche se nella SM è riportata una elevata incidenza di suicidi… quindi di depressione maggiore non solo, i farmaci SSRIs sono poco utilizzati nella SM, anche se i pazienti SM sembrano essere più responsivi a questi farmaci che i pazienti depressi .
Scarsi livelli cerebrali di serotonina corrispondono ad una scarsa sintesi di melatonina, infatti bassi livelli di melatonina sono stati riportati nei pazienti SM.
Il conseguente deficit di melatonina può essere responsabile dei problemi della visione, spesso riportati nella SM, in quanto questo neurotrasmettitore è largamente usato nei processi della visione.
Così come dei disturbi del sonno e dell’affaticamento anch’essi relazionati alla melatonina. Non solo, anche i deficit cognitivi, spesso riportati nella SM , sono collegabili al deficit di melatonina, oltre che di serotonina .
La maggiore sintesi cerebrale di serotonina e melatonina avviene nella ghiandola pineale , che risulta atrofizzata nella SM .
L’atrofizzazione può dipendere dalla carenza di substrato chimico, il triptofano, che la rende inoperosa, in base alla nota regola “use it or loose it” .
La pineale mostra una elevata suscettibilità ai campi magnetici, questo spiega i risultati riportati nella SM mediante applicazione di deboli campi magnetici pulsati… in quanto il debole campo magnetico (μtesla) pulsato è in grado di interagire con essa .
In questo modo si spiega anche la fase silente della SM, difficilmente spiegabile sulla base della componente autoimmune, sulla base della capacità di auto-rigenerazione delle fibre serotoninergiche atrofizzate .
La fase silente sarebbe dovuta alla capacità del sistema nervosi centrale di auto-ripararsi, permettendo la completa scomparsa dei sintomi in una fase iniziale.
L’esaurimento di questa capacità, insieme con la non risoluzione delle cause patogenetiche, fanno si che al rimanifestarsi dei sintomi, la SM risulti difficile da trattare.
Recentemente la melatonina è stata correlata con la capacità del cervello di gestire processi infiammatori , e, quindi, con la capacità del cervello ad auto ripararsi .
Una valida strategia terapeutica consiste nel mantenere attivi i sistemi endogeni di autoriparazione, una corretta alimentazione chimica della Pineale, che abbisogna di triptofano, e, parallelamente, stimolandola con deboli campi magnetici pulsati.
Il modo migliore per ripristinare corretti livelli ematici di triptofano è ridurre la disbiosi intestinale (vedi disbiosi, disbiosi triptofano), responsabile di una sua eccessiva decarbossilazione.
Questo può essere fatto mediante una opportuna dieta prebiotica, che disinfiammi l’intestino e ne riduca la permeabilità.
(Prof. Paolo Mainardi)
dal libro: Alla Ricerca dell’Una Medicina

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