La comprensione è conoscenza di Sé
Ho fatto direttamente esperienza di molti eventi «sincronici»
che sembrano miracoli a chi non riesce a comprendere come tutto «si tenga» e sia collegato. Per conto mio li giudico semplicemente il risultato del credere nell’intelligenza universale che sostiene ogni forma, e del permetterle così di funzionare in perfetta armonia.
Così quando una persona mi dice: «Avanti, Wayne, sii più realistico!» rispondo istantaneamente: «Sono realistico, credo nei miracoli». Ci credo e me li aspetto veramente.
Quando ho cominciato a capire che pensiero e forma sono una sola cosa, e a vedermi in qualche modo divinamente collegato con il pensiero mi sono reso conto che potevo servirmi di tale connessione.
La cosa mi si è fatta sempre più evidente quando ho cominciato a dedicarmi alla meditazione, abbandonando in apparenza il corpo per lunghi periodi. Sperimentavo il mondo del pensiero libero dalla forma. A quel punto cominciai a rendermi conto dell’immenso potere insito nel pensiero.
Ben presto vidi che i pensieri sono qualcosa di più di misteriosi oggetti senza forma localizzati nel cervello.
Compresi che il pensiero è la sostanza stessa dell’universo: è energia, come ogni cosa nell’universo; ha peculiari qualità vibratorie come gli altri tipi di energia, anche se non è percepibile con i cinque sensi. Sono diventato cosciente dell’esistenza di un sesto senso.
Che cosa significa tutto ciò? Ci troviamo di fronte a una serie incredibile di coincidenze? Oppure a un universo che funziona perfettamente, e che ci dà l’opportunità di fare delle scelte all’interno di una realtà perfettamente formata, già completa?
L’episodio è servito a confermarmi l’affermazione paradossale di Jung, a proposito del fatto che siamo protagonisti della nostra vita e contemporaneamente comparse in uno spettacolo più vasto.
Scelgo di credere che concatenazioni di eventi come queste siano manifestazioni del principio universale che chiamo sincronicità: una collaborazione con il fato, nella quale ognuno di noi opera delle scelte all’interno di un contesto più vasto nel quale tutto è già perfetto. Non vi è al momento alcuna spiegazione scientifica di questi fenomeni.
Eppure non vi è lettore che non possa raccontare di aver vissuto una simile esperienza «misteriosa»; accade continuamente. Si tratta veramente di fenomeni in cui pensiero incontra pensiero e si estrinseca nella forma.
Tutte le mie esitazioni e i miei tentativi di evitare il programma radiofonico si possono considerare a posteriori insignificanti.
Era già stato fatto, e la prova è che sia avvenuto. Una volontà libera all’interno di un universo compiuto.
Naturalmente è un paradosso assolutamente sconcertante, ma del resto che cosa non è paradossale, quando si cominciano a considerare tali questioni?
Come possiamo sapere quale avvenimento, apparentemente insignificante, sta per cambiare il corso della nostra vita?
E quale ruolo giochiamo noi? La sincronicità è la base che permette a queste forze di incontrarsi e di operare a nostro vantaggio, a patto però che diciamo sì alla vita. Un «no» a qualsiasi stadio del percorso arresta il flusso di energia.
Ecco perché credo così fermamente nel concetto di positività. Ogni risposta positiva che diamo alla vita permette a quella successiva di fluire, non in un rapporto di causa ed effetto, ma come prosecuzione dell’energia che è in ciascuno di noi e in ogni altra cosa dell’universo.
Tu, con la mente, che è la fonte del pensiero
che è a sua volta la fonte di energia, cioè la sorgente della vita, puoi esercitare un’influenza decisiva.
Una risposta negativa alla consapevolezza intuitiva che è dentro di te, blocca tutto, e ti fa rimanere in una condizione di immobilità; un «sì», il riconoscimento che scegli di lasciarti portare dal flusso di energia, e tutto continua in modo perfetta mente miracoloso.
In quanto esseri umani siamo la fonte del pensiero, quell’eterno legame alla divina intelligenza che si trova all’interno di noi, davanti e dietro, in alto e in basso, a sinistra e destra e in ogni forma.
La nostra disponibilità a dare una risposta affermativa, a essere positivi, a non avere paura di fare il passo successivo, a fidarci dell’intuito (che è pensiero) ci dà la facoltà di partecipare alla creazione con quella divina intelligenza che è l’essenza della nostra umanità.
Possiamo fare scelte in un universo completo e la nostra disponibilità a dire sì alla vita permette a questa di fluire. Alcuni mesi fa ho letto un romanzo affascinante di Mark Helprin, intitolato Winter’s Tale (Racconto d’inverno). Verso la fine l’autore inserisce un breve capitolo, completamente separato dalla storia che racconta, intitolato:
«Niente è casuale». Devo averlo letto almeno cinquanta volte, eppure continuavo ad avere difficoltà ad accettarlo. Oggi so che è vero per me, e rappresenta il modo in cui vedo attualmente «l’unica canzone». Lo riproduco qui, con il permesso dell’autore e dell’editore:
Non vi è, né vi sarà mai nulla di casuale, che sia una lunga sequenza di giorni perfettamente blu che cominciano e finiscono in un crepuscolo dorato, l’attività politica apparentemente più caotica, la nascita di una grande città, la struttura cristallina di una gemma che non ha mai visto la luce, la distribuzione delle ricchezze, l’ora in cui il lattaio si alza, la posizione dell’elettrone, il succedersi di due inverni eccezionalmente rigidi.
Persino gli elettroni, in teoria paradigmi di imprevedibilità, sono docili e ossequiose creaturine che saettano alla velocità della luce, andando precisamente dove devono.
Emettono un debole sibilo che percepito in combinazioni variate è piacevole come il vento che soffia nella foresta, e fanno esattamente ciò che si ordina loro. Di questo si può essere sicuri.
Eppure regna una meravigliosa anarchia, perché il lattaio sceglie quando alzarsi, il ratto decide in quale tunnel infilarsi quando la metropolitana arriva rombando sui binari e il fiocco di neve cade a suo capriccio.
Come può essere?
Se niente è casuale e tutto è predeterminato, come può esserci una volontà libera?
La risposta in questo caso è semplice. Non vi è nulla di predeterminato; tutto è determinato, o lo è stato o lo sarà.
Tutto è successo improvvisamente, in meno di un istante, e il tempo è stato inventato perché noi non possiamo comprendere in un solo sguardo la tela enorme e complicata che ci è stata data; perciò la ricostituiamo in modo lineare, pezzo per pezzo.
Ma il tempo può essere facilmente superato; non inseguendo la luce, ma arretrando di alcuni passi in modo da vedere in un sol colpo d’occhio il quadro d’insieme.
L’universo è immobile e compiuto. Ogni cosa che fu è; ogni cosa che sarà è; e così via, in ogni possibile combinazione.
Anche se nella nostra percezione ce lo immaginiamo in movimento e non finito, è finito e di stupefacente bellezza. Alla fine o, per meglio dire, in realtà, ogni evento, per quanto insignificante, è legato intimamente e razionalmente a tutti gli altri.
Ogni fiume scorre fino al mare; coloro che sono stati separati vengono riuniti; chi si è perso viene redento; i morti tornano in vita; i giorni perfettamente blu che sono cominciati e finiti in un crepuscolo dorato continuano, immobili e accessibili; e quando tutto viene percepito senza far ricorso alla categoria del tempo, diventa evidente che la giustizia non sarà, ma già è.
Probabilmente questo punto di vista è radicalmente differente da quello che hai tenuto per tutta la tua vita. Come può essere tutto sincronizzato quando all’occhio nudo appare che ogni cosa avvenga in modo casuale? Se vuoi cominciare a intravedere questa possibilità ti invito ad avvicinarti allo studio affascinante della realtà quantica leggendo
La danza dei maestri Wu Li di Gary Zukav e Il Tao della fisica di Fritijof Capra. Entrambi i libri offrono un panorama della nuova fisica e mostrano come i «dati della scienza più rigorosa» si accordino con la metafisica che ho qui esposto. Ecco un breve assaggio da La danza dei maestri Wu Li:
La scoperta straordinaria che aspetta chi si accosta per la prima volta alla fisica è che le prove raccolte nel corso dello sviluppo della meccanica quantistica indicano che le «particelle» subatomiche sembrano prendere costantemente decisioni!
Inoltre, le decisioni che prendono sembrano basate su altre decisioni prese altrove.
Le particelle subatomiche sembrano sapere istantaneamente quali decisioni vengono prese altrove e l’altrove può comprendere persino un’altra galassia …
Le implicazioni filosofiche della meccanica quantistica portano alla conclusione che tutto nell’universo (noi compresi), pur sembrando esistere indipendentemente, è in realtà parte di un unico modello organico che abbraccia tutto, e che nessuna parte del modello è mai veramente separata dall’insieme o dalle altre.
A me sembra che il mondo scientifico si metta in questo modo finalmente al passo con quanto i grandi maestri di spiritualità ci hanno insegnato da secoli. Le particelle subatomiche sono così piccole che sfidano la comprensione razionale.
Esse (tu compreso) sono la materia prima dell’universo e non si comportano nel modo teorizzato da Newton e dagli altri scienziati dei secoli scorsi.
Non hanno bisogno della variabile tempo come ponte tra un punto e l’altro. Sono nello stesso istante in entrambi i punti. Come sottolinea La danza dei maestri Wu Li:
Una particella che si trova qui può comunicare con una particella che si trova là (gridando, mandandole un’immagine televisiva, ondeggiando, ecc.) ma la cosa prende tempo, seppure solo una frazione di millesimo di secondo.
Se le due particelle sono in galassie differenti ci potrebbero volere dei secoli. Perché una particella qui sappia che cosa succede là nel momento stesso in cui avviene, deve essere là.
Ma se è là, non può essere qui.
Se è in tutti e due i luoghi allo stesso tempo allora non è più una particella. Ciò significa che le particelle sono collegate con le altre in modo sistematico e profondo, che coincide con la nostra definizione di organico.
Le particelle subatomiche sono in due luoghi allo stesso tempo! Ciò rovescia tutto quello che credevamo sulla natura della nostra esistenza e su quella dell’universo! Dopo aver letto di queste recenti scoperte della fisica ed esserci posti in rapporto a esse nuove domande, diventa evidente che le idee del passato non sono più valide.
Il fatto che non riusciamo a vedere come avvenga il collegamento non significa che questo non esista.
Tutto quello che pensiamo di sapere sul funzionamento della vita è in realtà una sorta di illusione che ci siamo noi stessi creati a causa della limitatezza della nostra visione.
Cose che ci sembrano inanimate, le pietre per esempio, si rivelano non soltanto vive quanto noi, ma anche influenzate variamente da stimoli, per quanto in misura infinitesimale, proprio come gli esseri umani.
Quando si entra nel mondo della meccanica quantistica e si cerca di scoprire come le particelle subatomiche, delle quali tu, io e ogni altra cosa dell’universo siamo composti, siano tutte legate insieme, la distinzione tra animato e inanimato non vale più.
In realtà la fisica e la metafisica mostrano che vi è un ordine dell’universo che supera la nostra capacità di comprensione razionale. Proprio il fatto che, nell’osservazione, applichiamo il pensiero a un oggetto influenza ciò che stiamo esaminando, per quanto ci sembri di rimanere imparziali e distaccati.
Ecco come tutto si tiene inestricabilmente.
In questa sommaria escursione nel mondo della nuova fisica scopriamo che le supposte particelle subatomiche sono così microscopiche che in rapporto a un atomo rappresentato da un edificio di quattordici piani una di loro avrebbe le dimensioni di un granello di sale.
E non dimentichiamo che il microscopio più potente di cui disponiamo attualmente rivela milioni di milioni di tali edifici di quattordici piani, all’interno di ogni oggetto da noi osservabile, per quanto minuscolo. Armato di questo sapere, puoi cominciare a credere nel concetto di sincronicità? E come non potresti?
L’essenza dell’universo a partire dalle particelle più microscopiche a livello subatomico fino all’infinità dello spazio sembra costituire un modello sistematico, sincronizzato, di cui anche noi siamo parte.
Ognuno di noi è una particella subatomica, che esiste qui e altrove allo stesso tempo, collegata al modello generale ispiratore; ognuno si comporta come un essere unico, eppure è allo stesso tempo collegato a tutti gli altri, proprio come le particelle subatomiche all’interno dell’atomo, della molecola, della cellula, dell’organismo, dell’universo.
Tutto è perfetto e in sincronia; non esistono avvenimenti fortuiti. Lo studio della fisica quantistica rivela che le più minute particelle si comportano tutte individualmente con una misteriosa perfezione, e contemporaneamente agiscono in concerto con le altre particelle dell’universo. Il tempo non è necessario.
Non sembra difficile allora vedere che siamo anche noi soggetti allo stesso ordine, parte di questa danza sincronizzata apparentemente impossibile, e che mentre crediamo di prendere molte decisioni nel condurre la nostra vita quotidiana, allo stesso tempo, e intendo proprio allo stesso tempo, siamo parte di un insieme più vasto, che è già completo e perfetto. Incidenti e avvenimenti fortuiti sono assolutamente fuori questione.
(Wayne W.)