La salute è conoscenza di Sé
Gli HMOs sono il secondo tipo di carboidrato più abbondante nel latte materno, e il terzo componente in termini di quantità. Sono presenti in concentrazione di 20g/L nel colostro e 5-15 g/L nel latte maturo (Corona L et al. 2021).
Sono i componenti bioattivi del latte materno più rappresentati in termini di quantità e diversità strutturale: ad oggi sono state identificate oltre 160 diverse molecole (Sprenger N et al. 2022).
Nonostante l’enorme varietà strutturale, gli HMO sono costituiti da uno scheletro di lattosio a cui vengono legati diversi zuccheri, singolarmente o a formare catene variamente elaborate, contenenti principalmente galattosio, glucosio, N-acetilglucosamina, fucosio e acido sialico (Corona L et al. 2021).

La composizione degli HMO differisce da donna a donna e durante il periodo di lattazione, e dipende dalla genetica della donna, dalla sua alimentazione, da fattori ambientali e dalle condizioni di salute (Siziba LP et al. 2021).
Il legame del fucosio al lattosio, a formare gli HMO fucosilati come 2’-fucosillattosio (2’-FL), viene operato da enzimi specifici detti fucosiltransferasi (FUT). Esistono diverse isoforme di questo enzima, di cui la FUT 2 e la FUT 3 sono le più studiate.
I polimorfismi legati a ridotta attività di queste isoforme, con ridotta o nulla espressione di HMO fucosilati nel latte materno, individua un fenotipo di donna definito “non secretore” (Sprenger N et al. 2022), presente in circa il 20% della popolazione femminile (Corona L et al. 2021).

I bambini nati e allattati da madri non secretrici hanno una diversa composizione del microbioma intestinale, con meno Bifidobacteria e Lactobacilli e più batteri patogeni opportunisti come le Enterobacteriaceae, i Clostridia e gli streptococchi, soprattutto nei primi 4 mesi di vita (Sánchez C et al. 2021).
I neonati partoriti con taglio cesareo da madri non secretrici hanno un microbioma intestinale notevolmente alterato, pertanto l’identificazione dello stato genetico della madre diventa molto importante in questa situazione, per identificare neonati con una maggiore “fragilità” e poter intervenire con una supplementazione adeguata (Korpela K et al. 2018).
In neonati che non vengono allattati, o nati da madri non secretrici, può essere utile suggerire un’integrazione con 2’-FL. Recentemente le aziende specializzate in prodotti per l’infanzia hanno iniziato a inserire gli HMOs nelle formulazioni di latti per neonati e nelle formule di svezzamento.

Effetto bifidogenico
Nel caso in cui gli HMO non siano presenti nelle formule di allattamento artificiale si può consigliare una capsula al giorno contenente 250 mg di 2’-FL associato a treonina, per sostenere la barriera intestinale, da sciogliere nel latte.
Il ruolo biologico degli HMO è molto complesso ed è stato elucidato completamente solo di recente (Sprenger N et al. 2022; Sánchez C et al. 2021; Corona L et al. 2021; Moubareck CA 2021; Orczyk-Pawiłowicz M & Lis-Kuberka J 2020).
l’organismo umano non possiede gli enzimi necessari per digerire e metabolizzare gli HMOs; essi infatti non sono destinati a coprire le esigenze nutritive del neonato, bensì del suo microbioma.

Maturazione del sistema immunitario
I Bifidobacteria, in particolare, esprimono il corredo enzimatico per digerire gli HMO e ricavarne nutrimento, restituendo all’ospite metaboliti secondari come gli acidi grassi a catena corta, in particolare butirrato e acetato, che svolgono azioni benefiche a livello intestinale.
Altri microrganismi in grado di digerire gli HMO, anche se solo parzialmente, sono i Bacteroides, i Lactobacilli e l’Eubacterium hallii (quest’ultimo è il primo microrganismo butirrato-produttore a colonizzare l’intestino).
lo sviluppo del sistema immunitario inizia in utero e prosegue dopo la nascita, controllato da stimoli ambientali. Gli HMO contribuiscono allo sviluppo della tolleranza verso gli antigeni, a un corretto bilanciamento Th1/Th2 e alla maturazione delle cellule dendritiche.

Effetto esca selettiva
gli HMO sono in grado di legare i microrganismi patogeni e le loro tossine bloccandone l’adesione all’epitelio intestinale, e riducendo quindi la colonizzazione da parte di microrganismi indesiderati, quali il Campylobacter jejuni, l’Escherichia coli enteropatogeno, la Salmonella enterica e lo Pseudomonas aeruginosa, diversi virus, funghi come la Candida spp e i protozoi.
Gli HMO sono anche in grado di ridurre la formazione di biofilm e di sensibilizzare i patogeni all’azione degli antibiotici.

Effetto antimicrobico
è dimostrato che i neonati allattati hanno minor numero di infezioni del tratto intestinale, respiratorio e urinario rispetto a quelli nutriti con formule artificiali.
Una quota piccola ma significativa di HMO vengono assorbiti, si trovano nel plasma e vengono escreti nelle urine, dove contribuiscono a ridurre la carica dei patogeni nel tratto urogenitale.

maturazione e protezione della barriera intestinale
Gli HMO sostengono la salute della barriera intestinale attraverso la riduzione delle citochine infiammatorie e il rinforzo delle giunzioni serrate; contribuiscono allo sviluppo del glicocalice delle cellule epiteliali intestinali; stimolano la produzione del muco.
Sviluppo cognitivo e azione sul sistema nervoso enterico:
gli HMO sialilati, assorbiti in minima quantità, contribuiscono allo sviluppo del cervello, che è ricco di acido sialico; il 2’-FL si è dimostrato in grado di migliorare la long-term potentiation ippocampale e di contribuire al controllo della motilità intestinale.

Bibliografia scientifica: Salute della Donna Metagenics