Per comprendere davvero le malattie e i disturbi della tiroide dobbiamo fare un salto indietro nella storia.
I racconti si perdono da una generazione all’altra ed è umano dimenticare come tutto è cominciato, perché le incombenze della vita quotidiana ci distraggono. Se non la tiro fuori, la verità sulle origini dei problemi alla tiroide rischia di andare perduta per sempre.
In realtà la malattia di questa ghiandola è relativamente recente. Fu al volgere del XIX secolo, quando la rivoluzione industriale alterò le modalità di lavoro, che si iniziarono ad avere seri problemi.
Fino a quel momento, l’ingrossamento della tiroide (chiamato anche “gozzo”) era piuttosto raro: era il risultato di carenze di sali minerali come lo iodio e lo zinco, o era causato dalla tossicità di metalli pesanti, come il mercurio.
Quando poi le industrie appena sviluppate presero a scaricare questi metalli nei fiumi, nei torrenti e nei laghi, e le fabbriche a rilasciare emissioni velenose di nuove sostanze chimiche che il corpo umano non aveva mai incontrato, la tiroide cominciò a subirne i danni.
L’organo era esposto a un tasso di tossicità che non aveva mai sperimentato e i casi d’ingrossamento si moltiplicarono.
Intorno ai primi del Novecento le industrie cominciarono a privare i cereali, la verdura e la frutta delle loro sostanze nutritive – tutto in nome del progresso – e a inscatolare il nostro cibo in barattoli di piombo, il metallo pesante perfetto per dare a ognuno un gozzo.
E senza le adeguate sostanze nutritive le persone erano doppiamente vulnerabili. Allo stesso tempo, la scienza medica fece ciò che sembrava un enorme passo avanti.
Si basava su una filosofia molto diffusa nel Medioevo:
la pratica di mangiare una certa parte del corpo di un animale per guarire la parte corrispondente dell’essere umano. In quell’epoca, se qualcuno aveva un problema al cuore gli veniva consigliato di mangiare il cuore, le malattie ai reni erano curate mangiando i reni, le malattie al cervello mangiando il cervello e le malattie agli occhi mangiando i bulbi oculari degli animali.
Era una ciarlataneria del tutto priva di efficacia, ma era stimata come la direzione più sensata del suo tempo. Secoli dopo, sul finire dell’Ottocento, la ricerca medica s’imbatté in un caso in cui questa teoria, per la prima volta nella storia dell’uomo, funzionava davvero.
Essa scoprì che dalla tiroide essiccata e macinata dei maiali si poteva ricavare una medicina in grado di alleviare negli esseri umani i sintomi dei disturbi alla tiroide, in particolare il gozzo.
Uno dei motivi per cui il metodo funzionava davvero era che la tiroide essiccata forniva alle persone una sostanza nutritiva di cui erano gravemente carenti: lo iodio.
Un altro motivo che venne in soccorso ai pazienti fu che la medicina ufficiale aveva scoperto per caso il primo composto steroideo, ovvero un concentrato di ormoni che sopprime l’infiammazione e il sistema immunitario.
Quando la tiroide funziona male, spesso il corpo risponde con una reazione eccessiva la quale provoca un accumulo di liquidi intorno alla ghiandola, cosa che è in parte la causa del gozzo.
Il concentrato di ormoni nel medicinale a base di tiroide essiccata fungeva così da immunosoppressore, rallentando la capacità del corpo di reagire alla tiroide malfunzionante.
Per la prima volta, sembrava che dalla filosofia che consigliava di mangiare parti del corpo corrispondenti a quelle malate fosse emersa una cura. In diverse concentrazioni, la tiroide essiccata dei bovini o dei suini è ancora l’ingrediente dei farmaci usati ai giorni nostri, il che li rende a dir poco antiquati.
Questi farmaci non affrontano ancora il problema alla radice, quindi non prepariamo medaglie postume a una scoperta fatta per caso. Dobbiamo realizzare che quella scoperta non era dovuta a una nobile riflessione scientifica ma a un dottore che un mattino si svegliò e pensò:
“Proviamo se quella vecchia teoria funziona”; dopodiché andò dal macellaio per cercare qualche scarto e cominciò a fare esperimenti in laboratorio. “Un occhio per gli occhi, un rene per i reni, una tiroide per la tiroide.
Ah, ecco, questo funziona!”. Aveva preso la tiroide di un maiale, l’aveva trattata e disidratata, poi l’aveva somministrata ai suoi pazienti malati di gozzo e vide dei risultati. Non certo una grande epifania basata su una scienza sofisticata.
Nel corso del Novecento si ebbe un’impennata virale e le donne iniziarono ad avvertire disturbi alla tiroide con sintomi molto diversi dagli ingrossamenti visti fino ad allora.
Oggi, a distanza di molti anni, questa nuova patologia è etichettata come tiroidite, termine che indica semplicemente una tiroide infiammata.
Spesso i pazienti ricevono diagnosi più specifiche, come tiroidite di Hashimoto e ipotiroidismo, ma rimangono pur sempre malattie del mistero.
Adesso assistiamo a un’altra ondata. Decine di milioni di persone, per lo più donne, non si accorgono nemmeno di avere un problema alla tiroide, ma per tale ragione non vivono appieno la loro vita.
I pazienti ricevono farmaci che si basano ancora su tiroidi animali in forma sintetica o essiccata, e quando questi non sono sufficienti a sopprimere i sintomi si passa ai trattamenti allo iodio radioattivo che mirano a distruggere la ghiandola.
Questo non è progresso. Non sono ancora emerse risposte su cosa provochi davvero le misteriose malattie della tiroide, quindi la gente non è ancora nelle condizioni di imparare a guarire.
Nel paragrafo seguente svelerò i veri motivi per cui così tante persone combattono con sintomi legati alla tiroide e cosa puoi fare se sei una di quelle. Se stai soffrendo c’è un motivo preciso e c’è anche un modo per stare meglio.
COMPRENDERE L’IPOTIROIDISMO E LA TIROIDITE DI HASHIMOTO
La tiroide è una piccola ghiandola situata nel collo che svolge una funzione fondamentale per la salute: regola i livelli energetici in ogni momento, e ciò influisce su ogni cellula del corpo.
Quando la tiroide produce tutti i suoi ormoni, segnala alle cellule di ricevere il glucosio e convertirlo in energia, che serve per la loro normale attività, per ripararsi e riprodursi.
Quando invece produce quantità inferiori di ormoni, segnala alle cellule di trattenersi e risparmiare l’energia per un secondo momento.
Questo accorgimento fa sì che il corpo funzioni a un ritmo costante, ma con l’andare del tempo l’attività ridotta della tiroide causa una “insufficienza energetica” in tutto il corpo, perché le cellule non ricevono istruzioni ormonali per ricaricarsi come dovrebbero per funzionare in maniera corretta.
Quando la tiroide funziona bene, funzioni bene anche tu.
Quando smette di lavorare nel modo giusto, diverse aree del tuo corpo possono crollare. Per definire una scarsa produzione di ormoni da parte della tiroide si usa il termine ipotiroidismo, uno stadio iniziale e lieve di tiroidite.
L’ipotiroidismo e la tiroidite di Hashimoto non sono come gli ingrossamenti che si verificavano in passato per la carenza di iodio e l’accumulo di tossine nella ghiandola.
E queste definizioni non spiegano qual è la vera causa che provoca affaticamento, palpitazioni, vampate di calore, confusione mentale, sovrappeso e molti altri problemi associati.
Le comunità mediche ritengono che la tiroidite di Hashimoto sia il risultato di un sistema immunitario in qualche modo impazzito, che scambia le cellule della tiroide per invasori e gli dichiara guerra.
Non è corretto. L’ho già detto e lo ripeto: il corpo non attacca se stesso. Il nostro sistema immunitario non si confonde e non attacca i nostri organi, e ciò vale anche per la tiroide.
L’erronea teoria della malattia autoimmune è semplicemente un gioco accusatorio. Punta l’indice contro il corpo del paziente per distrarlo dalla verità, e la verità è che la ricerca medica non ha ancora scalfito la superficie di ciò che causa le malattie della tiroide.
La verità è che attualmente oltre il 95 per cento dei disturbi alla tiroide, compresa la tiroidite di Hashimoto, derivano da un’infezione virale (il restante 5 per cento deriva dalle radiazioni).
E il virus è quello di Epstein-Barr (EBV).
Dopo un lungo periodo di incubazione – di solito nel fegato –, l’EBV si sposta verso la tiroide e penetra nei suoi tessuti, con l’andare del tempo il carico virale la indebolisce, rendendola meno efficace a produrre gli ormoni necessari al corpo per funzionare; poco a poco, il virus infiamma la ghiandola, causando l’ipotiroidismo o la tiroidite di Hashimoto.
Non è il tuo corpo che ti ha tradito, anzi, il tuo sistema immunitario sta combattendo contro un autentico invasore e sta lavorando sodo per proteggerti.
Un grosso equivoco è dato dal fatto che i pazienti credono che i farmaci affrontino alla radice il problema; in realtà essi non curano, si limitano ad aggiungere ormoni nel sangue nella speranza che il corpo li utilizzi per sostituire gli ormoni che la tiroide ha smesso di produrre.
Nessuno sa che i farmaci per la tiroide sono blandi steroidi e rallentano il sistema immunitario nella sua reazione contro i sintomi. È un segreto che nemmeno i medici conoscono, perché nessuno gliel’ha detto.
E di solito i medici non confessano ai pazienti che in realtà non capiscono l’ipotiroidismo e la tiroidite di Hashimoto, né che i farmaci non curano davvero la malattia.
Se assumi un farmaco per la tiroide e senti dei miglioramenti, bene; esso agisce per lo più come un innocuo cerotto per una malattia che in realtà deriva da un carico virale. Se hai provato dei farmaci e non hai trovato sollievo, ora capisci che la tua frustrazione è fondata.
Ho sentito storie di centinaia di donne che avevano cominciato ad assumere un farmaco per la tiroide dieci o quindici anni prima, quando avevano cinquanta o sessant’anni, in seguito a un esame. Il medico o l’infermiera aveva guardato gli esiti dell’esame e aveva esclamato:
“Cosa diavolo è successo alla sua tiroide? È in condizioni terribili.” Per tutto quel tempo, prendendo il farmaco le pazienti avevano creduto di agire in modo responsabile e proattivo, pensavano che la medicina le stesse curando.
Non devi restare inchiodato a questo destino. Seguendo il programma alimentare e dei rimedi consigliati per rieducare il tuo metaboloma intestinale, puoi liberarti del virus di Epstein-Barr, e con i consigli che elenco qui puoi contribuire a guarire e proteggere la tua tiroide lesionata e a fortificare le ghiandole che la supportano.
Finalmente avrai il vigore necessario per invertire il corso della malattia, invece di sentirti dire che la stai curando quando non è vero. Conoscendo la verità su ciò che è la causa e su come puoi migliorare, puoi riprendere il controllo della tua salute.
LE ANALISI DEL SANGUE PER LA TIROIDE
Se sospetti di avere un problema o un disturbo alla tiroide ma non ne sei certo, chiedi al medico di prescriverti delle analisi del sangue per verificare i livelli ormonali, in particolare chiedi di testare il TSH, il T4 libero, il T3 libero e gli anticorpi della tiroide.
Pur non essendo perfetti, questi esami di laboratorio sono quanto c’è di meglio al momento. Una moda che ha preso piede nelle comunità di medicina alternativa è misurare il T3 inverso.
I sostenitori di questa teoria ritengono che il T3 inverso sia un indicatore accurato, mentre i suoi detrattori sostengono che siano solo chiacchiere. In un certo senso, hanno ragione entrambi.
I livelli del T3 evidenziano davvero i problemi, ma se ne sussistono diversi contemporaneamente è impossibile attribuire un significato certo ai risultati. Dunque, anche se l’esito del T3 inverso non è discriminante, è comunque una buona idea chiedere al medico di analizzarlo.
Infine è importante sapere che, anche se le analisi indicano valori normali, non è da escludere che tu abbia un problema alla tiroide.
Molte persone, per lo più donne, avvertono lievi sintomi di un’attività ridotta della ghiandola a prescindere dai risultati; a volte occorrono mesi o anni prima che una malattia della tiroide si sviluppi al punto da emergere nelle analisi del sangue (per di più, i parametri di riferimento di molte analisi sono troppo ampi, perciò una malattia lieve può anche non essere evidenziata, e normalmente non lo è).
Alcuni medici ora prescrivono farmaci anche se i valori delle analisi risultano regolari: è la volontà di affrontare il problema mentre sta sbocciando, ed è un progresso per le donne perché finalmente i loro sintomi vengono presi sul serio.
Tuttavia, è solo l’effetto steroideo del farmaco a dare un parziale sollievo alle infezioni virali che le hanno colpite. La ricerca è ancora lontana dallo scoprire quale sia la causa primaria dei disturbi alla tiroide e quali siano i rimedi che possono realmente aiutare i pazienti.
Se avverti sintomi legati a un malfunzionamento della tiroide, anche se le tue analisi del sangue sono nella norma, puoi seguire il protocollo in fondo alla pagina. Se i tuoi sospetti sono infondati, il peggio che ti può succedere è che rafforzerai la tiroide.
Se sono fondati, non solo metterai fine ai problemi, ma riuscirai anche a prevenire altre frustranti malattie a quest’organo educandoti anche ad una alimentazione corretta.
Test per verificare la presenza di Virus EBV
Ab Anti Micoplasma Pneumonie IgG
Ab Anti Micoplasma Pneumonie IgM
EPSTEIN BARR VIRUS VCA –Ig
EPSTEIN BARR VIRUS VCA –IgM
CITOMEGALOVIRUS AB IGG
CITOMEGALOVIRUS IGM
AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA TIROIDE
Questo paragrafo presenta alimenti, erbe e integratori che aiutano a guarire la tiroide lesionata, a rafforzare tutte le ghiandole correlate del sistema endocrino (ghiandole surrenali, ipofisi, pancreas e così via) e a ridurre il carico virale specificamente nella tiroide.
Alimenti “gozzigeni” C’è una nuova tendenza che induce le persone a temere verdure come cavolfiori, cavolo riccio, broccoli, cavolo cappuccio, cavolo nero e friarielli.
Si dice che contengano sostanze gozzigene, ovvero che favoriscano l’insorgenza del gozzo.
Non prestare fede a queste voci! I cosiddetti alimenti “gozzigeni” non contengono sufficienti livelli di sostanze gozzigene da inibire il funzionamento della tiroide: dovresti mangiare barilate di broccoli ogni giorno per avere un qualche motivo di preoccupazione. Perciò ti prego di continuare a consumare e gustare le tue crucifere preferite, in realtà promuovono la salute della tiroide.
Alimenti terapeutici
Tra gli alimenti più salutari troviamo curativi per le malattie della tiroide come la palmaria palmata, i mirtilli selvatici, i germogli, il coriandolo, l’aglio, i semi di canapa, l’olio di cocco, le noci brasiliane e il mirtillo rosso. In varia misura, questi alimenti possono uccidere le cellule del virus di Epstein-Barr (EBV), offrire un apporto di micronutrienti, riparare i tessuti della tiroide, ridurre la formazione di noduli, eliminare i metalli pesanti e i sottoprodotti del virus dall’organismo e incrementare la produzione di ormoni della tiroide.
Erbe terapeutiche e integratori
Probiotici umani su base di acidi grassi a corta catena,
Zinco: uccide le cellule dell’EBV, rafforza la tiroide e aiuta a proteggere il sistema endocrino.
Alga Klamath RW d’acqua dolce, KlamExtra, Spirulina (preferibilmente hawaiana): fornisce micronutrienti fondamentali per la tiroide.
Cromo oligoelemento: aiuta a stabilizzare il sistema endocrino.
L-tirosina: aiuta ad aumentare la produzione di ormoni della tiroide.
Ashwagandha (o ginseng indiano): rafforza la tiroide e le ghiandole surrenali e aiuta a stabilizzare il sistema endocrino.
Radice di liquirizia: uccide le cellule dell’EBV nella tiroide e sostiene le ghiandole surrenali.
Eleuterococco (o ginseng siberiano): rafforza le ghiandole surrenali e aiuta a stabilizzare il sistema endocrino.
Manganese “oligoelemento: fondamentale per la produzione dell’ormone T3 nella tiroide.
Selenio: stimola la produzione dell’ormone T4 nella tiroide.
Vitamina D3 a 20.000 UI : aiuta a stabilizzare il sistema immunitario e le sue reazioni.
Complesso di vitamine del gruppo B: vitamine essenziali per il sistema endocrino.
Magnesio: aiuta a stabilizzare l’ormone T3.
EPA e DHA (acido eicosapentaenoico e acido docosaesaenoico): fortificano il sistema endocrino e il sistema nervoso.
Rame oligoelemento: uccide le cellule del virus e aumenta l’efficacia dello iodio.