La guarigione è integrazione di Sè
Malattia espressione dell’AnimA
Il seno nella donna per le sue funzioni e per la sua forma ha un’importanza centrale. Chiamato in medicina mamma (dal latino), simboleggia la maternità e la capacità di nutrire.
Alla crescita del bambino nel corpo materno, corrisponde lo sviluppo del seno, che al momento della nascita è rigonfio di latte.
Il primo stimolo del bambino coinvolge madre e figlio e ha un effetto benefico sui dolori successivi al parto e sulle contrazioni dell’utero.
È per così dire il segnale della rigenerazione dopo la nascita.
Oltre ai sentimenti di gioia e di benessere riscontrabili presso la maggior parte delle madri mentre allattano, il succhiare reca sollievo al seno turgido ed è quindi gradevole anche da questo punto di vista. Sebbene succhiare sia un riflesso innato, il contatto col seno morbido e il flusso di latte caldo riempiono il piccolo di felicità e di benessere.
Il seno è estremamente sensibile. Il contatto tenero e morbido della guancia del bambino e soprattutto il contatto con le labbra e la lingua del piccolo che succhia, producono sensazioni di piacere in moltissime donne.
Da questo punto di vista, possiamo dire che alla base dell’amore materno c’è anche una componente sessuale.
Groddeck ritiene che l’allattamento susciti nella donna sensazioni passionali e risvegli in lei il desiderio di avere di nuovo rapporti sessuali.
Egli interpreta questa osservazione come un servizio alla conservazione della specie, anche se proprio l’allattamento è una forma di protezione contro un nuovo e troppo precoce concepimento. La tematica sessuale dell’allattamento al seno viene negata soprattutto da coloro che portano alle stelle la maternità. Il rapporto del seno femminile con la sessualità in generale è invece incontestato.
Tanto nell’allattamento quanto nel bacio, i seni vengono portati voluttuosamente alla bocca, e il piacere che la donna prova nella parte superiore del corpo non è dissimile da quello che procura il rapporto sessuale vero e proprio. li seno svolge qui il ruolo del pene che penetra, la cavità orale corrisponde all’utero.
Prescindendo dal fatto che il bambino, al momento dell’allattamento, vive la madre come una donna, il valore del petto nel resto della vita è evidente. La pressione sul seno materno è la prima esperienza che l’essere umano vive.
È logico quindi che anche in seguito cerchi amore sul seno.
Questo vale ovviamente anche per le donne, che si stringono volentieri reciprocamente al seno, ricavandone una sensazione di tenera sicurezza.
Se una donna si sente bene stringendosi al seno di un’altra donna, non significa affatto che sia lesbica.
Il rapporto di una donna con il seno di un’altra è naturalmente più ovvio di quello di un uomo con il membro di un altro uomo.
Stringere qualcuno al petto è sempre un gesto di affetto e d’amore.
Nessun’altra parte del corpo è in grado di comunicare affetto in modo altrettanto intenso e caldo, da nessun’altra parte si piange meglio che su un petto amico.
Che il seno, oltre alla sua funzione materna di nutrimento, sia un organo di comunicazione, lo mostra il fatto che solo negli esseri umani è sviluppato permanentemente, mentre negli «altri mammiferi» si sviluppa temporaneamente solo al momento di allattare.
Nel rapporto erotico, il seno diviene un organo sessuale: gli uomini lo cercano istintivamente. Lo spazio tra i seni è stato fin dai tempi più remoti evidenziato dalle donne per esercitare il proprio fascino sull’altro sesso.
Le varie mode che si sono succedute negli anni, pur proponendo soluzioni sempre diverse, hanno rinunciato solo di rado dalla carica esplosiva di questa parte del corpo.
In passato, per alcuni periodi, le donne sono state libere di mostrare il proprio seno: pensiamo ad esempio all’epoca di Luigi XIV, per non parlare della moda dei cosiddetti primitivi.
Nell’antico Egitto la profondità del décolleté era correlata alla posizione sociale, mentre ad Atene le donne della borghesia nelle occasioni solenni si mostravano a seno nudo. Il «top-less» non è quindi un’invenzione del nostro tempo liberale.
In modo più o meno evidente, il seno è stato sempre – e lo è tuttora – sottolineato
Sollevato attraverso corsetti, contenuto o esaltato dal reggiseno, tenuto in forma da particolari guaine, ha permesso alla donna di incrociare le braccia e di pavoneggiarsi.
Anche stringere il punto di vita serve ad evidenziare il seno.
Gioielli come spille e collane attirano l’attenzione sul sottostante gioiello. Più attraente di un seno nudo è per i maschi pensare al modo in cui meritarsene la libera vista. Da questo punto di vista, chi indossa abiti scollati lo fa in modo abile e (semi)consapevole.
Come le donne hanno da sempre mostrato la tendenza a evidenziare il loro seno prominente nei giochi sociali, gli uomini d’altro canto non hanno mai voluto rinunciarvi.
Sono quasi esclusivamente uomini coloro che determinano le linee della moda.
Il seno con la sua morbidezza e cedevolezza, è la regione del corpo che offre minore resistenza. Questa conoscenza, propria intuitivamente dei neonati, è utilizzata da sempre dagli uomini per conquistare attraverso il seno tutta la donna.
Mentre le donne «si gettano al collo» (79) degli uomini, questi volano direttamente al loro seno. Probabilmente è la sua morbida forma semisferica che nel corso di tutta la vita ci fa preferire tutto ciò che è rotondo.
Nulla del seno respinge, anzi tutto è attraente e seducente.
Esso viene descritto in modo più o meno pertinente, con immagini che ne evidenziano la rotondità e la perfezione. Tra la frutta, le mele e, talvolta le pere vengono usate come oggetti di paragone.
Le fragole, i lamponi e i boccioli dei fiori servono da modello delle mammelle. Gli ungheresi, nel linguaggio corrente, definiscono i capezzoli boccioli.
Nel Medioevo e durante l’Inquisizione i religiosi fanatici sdegnavano il décolleté, definendolo «finestra del diavolo»; il seno lo chiamavano «sfera del demonio».
Addirittura la politica si occupava dei seni provocanti e ci sono pervenute condanne per chi dirigeva i propri occhi verso questo «vergognoso oggetto».
Nei paesi cattolici in particolare, in epoche diverse, si è cercato di bloccare la pericolosa crescita del seno, comprimendolo di notte con lastre di piombo.
Il seno femminile è di gran lunga l’organo sessuale secondario più importante e la sua forza di attrazione è grande.
Come tale, è ampiamente utilizzato e talvolta sfruttato.
L’industria cinematografica soprattutto americana e italiana utilizza «star formose» che fanno battere forte i cuori degli uomini.
Il valore di una donna è calcolato in base a tre cifre, tra le quali quella inerente la misura del seno è di gran lunga la più importante.
In tal modo il seno diventa uno strumento di giudizio in base al quale le donne vengono definite – e spesso si autodefiniscono. In un’epoca digitale basta un numero.
Anche negli atteggiamenti sentimentali di vecchio stampo l’ideale di donna veniva formulato in base ai criteri sopra descritti. Il seno deve essere ben formato, sostenuto e di taglia media.
Se è troppo piccolo, ha poco valore perché insufficiente, se è troppo grande risulta provocatorio. Per noi è difficile pensare che esistano culture che abbiano altri ideali di bellezza e che ad esempio prediligano «il seno cadente», in quanto indice di maturità e di vita pienamente vissuta.
Più grandi sono i seni, più (sessualmente) attraente è la donna: questo è il vero significato che si nasconde dietro le definizioni digitali. Si tratta tuttavia di una sessualità molto ricca dal punto di vista materno. Il «maschio conquistatore» può infatti nascondersi in questo seno e farsi coccolare come un bambino. Il feticismo del seno è allora un sintomo molto chiaro.
Gli uomini che ne sono tanto attratti, cercano nella donna una madre e, più che una piena maturazione della propria sessualità, vogliono cura, sicurezza e protezione: hanno quindi bisogno di una donna forte.
Che questa situazione caratterizzi la cultura infantile statunitense, a partire dal cibo, per passare a Mickey Mouse fino all’eterno gioco tra indiani e cow-boy, non sorprende di più di quanto non facciano le preferenze italiane in proposito.
La mamma italiana ha sempre un seno pieno e si dedica interamente alla cura dei propri figli, piccoli o grandi che siano.
L’alto valore sociale e individuale attribuito al seno crea vari problemi.
L’ideale femminile sottostà al gusto dell’epoca. Se alla fine del secolo scorso le figure rotondette e false magre erano molto appetibili, oggi invece è di moda la donna dalla linea slanciata.
L’ideale femminile di Hollywood è quello di una star snella con seni grandi. Nel mondo antico faceva furore l’ideale Twiggy, una figura adolescenziale praticamente senza seno.
Di fronte a questa molteplicità di modelli, i problemi non mancano. Di fatto, escluso il naso, nessun altro organo viene sottoposto a interventi chirurgici quanto il seno femminile, senza che ce ne sia un reale bisogno dal punto di vista medico.
Al tempo stesso però nessun altro organo viene operato con altrettanta impellente necessità, dato che il carcinoma al seno è la forma di cancro che si manifesta con maggiore frequenza nella donna.
(78) È possibile accertare quanto affermato sulla base di esperienze concordi nella terapia della reincarnazione.
(79) Con la gola, come è stato già precedentemente accennato, ci si trova di fronte al tema del possesso. Chi si getta al collo di qualcuno, mira di conseguenza al suo possesso.
