La comprensione di Sè
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La sofferenza può assumere molti aspetti e si manifesta sempre nella forma. L’attaccamento alle cose esteriori è senza limiti. Ecco sette dei più frequenti attaccamenti e le ragioni per cui forse stai percorrendo una strada di sofferenza.
1. Attaccamento alle cose

Nell’Occidente la maggior parte delle persone identificano sé stesse e il proprio grado di successo o di fallimento con la qualità e quantità delle cose che accumulano. Quando istituiamo un tale rapporto stiamo vincolando il nostro valore di esseri umani all’acquisizione di beni materiali.
Di conseguenza ci esponiamo a soffrire quando questi beni non sono presenti nella misura desiderata nella nostra vita. Diventiamo le nostre cose. Quando adotti una tale posizione ti metti tu stesso nelle condizioni di vivere una perpetua frustrazione.

Quello che in realtà esprimi è che sei privo di valore, incompleto, carente.
Devi continuamente rifornire la scorta dei beni materiali che possiedi per sentirti valorizzato. La tesi che «senza cose non valgo nulla» ti porta a inseguire senza fine una sempre maggior quantità di beni.
La lotta continua per avere di più ti porta a renderti conto che non potrai mai realizzarti dall’esterno. E’ un atteggiamento che ti impedisce di sapere che sei già intero, che non hai bisogno di altro per sentirti completo; ti porta ad accumulare e a istituire continuamente paragoni tra te e gli altri, in fatto di beni materiali.

Distoglie il tuo sguardo dagli occhi e dal cuore di chi incontri per dirigerlo al portafoglio e alle ricchezze. Più leghi il senso di quello che vali e la tua umanità a cose esteriori più dai a queste cose il potere di controllarti.
E quando sei controllato da cose esteriori, ne sei schiavo, e la sofferenza diventa l’unica opzione possibile. Certo, soffrirai circondato dal lusso, ma fino a quando gli attaccamenti permarranno dentro di te ci sarà sempre dolore.
2. Attaccamento alle persone.

È un attaccamento dei più tenaci, e fino a quando non imparerai a superarlo ti porterà molta sofferenza. Non dico che non sia giusto amare un’altra persona, apprezzarne la presenza nella tua vita, e avere cara la vostra unione.
Sono tutti risultati molto positivi del fatto che hai creato nella tua vita rapporti d’amore incondizionato. Ciò cui mi riferisco con il termine attaccamento è il voler o l’aver bisogno di possedere un’altra persona e il sentirsi inutile, bloccato e ferito se quella persona non è parte della tua vita nel modo che vorresti.

Sono attaccamenti quei rapporti in cui cedi il controllo su te stesso a un’altra persona, e sono destinati inevitabilmente a farti soffrire.
Tutti i rapporti umani possono essere più felici se vissuti da una posizione di distacco. Distacco significa amare una persona tanto da consentirle di fare le sue scelte senza rimproverarla, anche se esse non corrispondono o sono antitetiche a quello che pensi dovrebbe fare.
Significa aver abbastanza fiducia in te stesso da non sentirti in pericolo quando gli altri non soddisfano le tue aspettative.
Nei rapporti sentimentali significa amare l’altro così tanto da dimenticare i tuoi bisogni e semplicemente accettarlo per quello che è, cioè dopo tutto la persona di cui ti sei innamorato.

Nei rapporti familiari significa essere abbastanza distaccato da consentire ai tuoi familiari di essere ciò che vogliono essere, e sentirti abbastanza sicuro interiormente da non giudicarti sulla base di ciò che essi decidono di fare nella loro vita.
Significa dimenticare ogni valutazione e invece ascoltare e amare gli altri componenti della famiglia per quello che sono, dando consigli quando sono richiesti, e altrimenti dando solo amore incondizionato.

Nei rapporti con i figli significa ricordare costantemente a te stesso che i figli devono prendere la loro strada e che non vivranno nel modo in cui tu pensi che dovrebbero vivere.
Significa guidarli, aiutarli a diventare autonomi e fare in modo che sappiano sempre che li ami incondizionatamente, anche quando si comportano in modo autolesionista.
3. Distacco nei rapporti umani non significa mancanza d’amore.

Significa al contrario amare così tanto da sospendere i giudizi di valore sugli altri e da comunicare con loro da una posizione d’amore invece di cercare di controllarli o giudicarli.
Chi è distaccato in questo senso eviterà l’inutile sofferenza che la maggior parte delle persone sperimenta nelle proprie relazioni. Dando affetto, eviti il ruolo di vittima e mostri un’infinita dose di amore per te stesso e le persone che ti sono care.
E sei distaccato metafisicamente. Il distacco ti consente di avere un amore «incondizionato». L’attaccamento porta con sé implicitamente l’idea che in qualche modo l’altro deve compiacerci se vuole che lo amiamo.

Quando impari a lasciare che le persone che ami siano come sono e le ami per ciò che decidono di essere, indipendentemente dall’opinione che ne hai tu, allora sei distaccato.
Una volta raggiunta questa capacità di distacco non vorrai né avrai più bisogno di controllare un altro essere umano, specialmente chi ti è più vicino. Paradossalmente meno tenterai di possedere e controllare l’altra persona, più intima ti diventerà.
Il distacco ti incoraggia in realtà a rendere più stretti i tuoi rapporti e a intensificare il tuo amore.
4. Attaccamento al passato
Imparare a essere distaccato dal passato e dalle tradizioni che costituiscono una parte importante della vita di molte persone è uno dei modi di eliminare almeno un po’ della sofferenza che esiste nel mondo.
Basta una rapida occhiata ai popoli in guerra nel mondo per rendersi conto che soffrono e muoiono in nome della tradizione.
Viene loro insegnato che devono credere alle stesse cose cui credevano i loro antenati. Con questa logica perpetuano la sofferenza, propria e dei nemici che hanno ricevuto in sorte.

Molti dei conflitti tra gruppi etnici sono in corso da migliaia di anni.
Con la mentalità dell’attaccamento che viene instillata in tali culture, le guerre andranno avanti per sempre.
Chi vive in queste culture tradizionali non è padrone della propria mente: vive soltanto nella forma e muore per una tradizione che garantisce la continuazione di conflitti e odio per generazioni e generazioni.
Siamo partecipi dell’attaccamento al passato quando tentiamo di determinare al posto di altri, sulla base di quello che ci è stato insegnato a credere, quali debbano essere le loro scelte spirituali.

Che tipo di istruzione si riceve, quale vocazione si sceglie, che amici si frequentano, come si vota, in che modo ci si veste, si parla e persino si pensa viene spesso determinato da attaccamenti alle tradizioni, tradizioni così potenti che ignorarle significa spesso dover affrontare un totale ostracismo della famiglia e del gruppo sociale.
«Sei un …», dicono i genitori, «sei nato in questo gruppo, non è una cosa che si può scegliere.»
Una tale posizione non può soddisfare un’anima illuminata. Com’è possibile crescere se si fanno sempre le cose nel modo che ci è stato insegnato? Quando cominciamo a conoscere i principi universali, sentiamo in cuor nostro di non essere solo forma.
La confezione esteriore può avere un certo aspetto e una determinata storia, ma non è quello che siamo veramente: è solo l’involucro del vero io, senza forma, che non ha bisogno delle etichette determinate dalle azioni del passato.

L’attaccamento alla storia della tua forma, in quanto rappresentativa degli antenati e dei parenti, ti porterà solo un incredibile fardello di sofferenza. Imparare a essere distaccati dalle tradizioni richiede spesso molto coraggio, e chi ci riesce può dover scontare un alto prezzo.
Tuttavia il prezzo che si paga rimanendo attaccati alle tradizioni è molto più alto e crea molto più sconquasso nella nostra vita. La disapprovazione di chi è rimasto in stato di dipendenza dalla storia della propria specifica forma a lungo andare costa molto meno.
«Non essere schiavo del passato, tuffati nei mari sublimi, affonda nelle profondità e nuota lontano così da ritornare rispettando te stesso, con un nuovo potere, con un’esperienza progredita, che spiegherà e supererà il vecchio».
Pensaci mentre consideri l’eliminazione della sofferenza legata all’attaccamento al passato dalla tua vita.
Possiamo rispettare e persino apprezzare la storia e i costumi dei nostri antenati. Possiamo amarli perché hanno scelto di fare a modo loro.
Ma l’attaccamento a dover vivere e pensare nel modo deciso da altri prima di noi, solo perché si è simili nella forma, equivale a negare a sé stessi l’illuminazione.
E così che per migliaia di anni alcuni esseri umani e le loro istituzioni ne hanno controllato altri.
Esigere dai figli che vivano solo in accordo a regole consacrate li può trasformare in servi acritici di chiunque detenga l’autorità.

L’attaccamento al passato è responsabile dell’uso di dare ai bambini fucili, insegnando loro a diventare assassini, dicendo loro chi è il nemico e condizionandoli a un ottuso conformismo.
Crescono credendo che sia, disonorevole agli occhi di Dio non essere attaccati al passato. E facile riconoscere questo comportamento estremo in altri popoli, ma il loro esempio ci deve servire da lezione, rendendoci più consapevoli del modo in cui anche noi coltiviamo l’attaccamento al passato.