Quarta e ultima parte
Asse Intestino – Cervello
Disbiosi, focus dentali, alimentazione, “disturbi psichiatrici” e “problemi psicologici”
Uno dei fattori intestinali che può causare disturbi mentali, e su cui si sofferma il succitato articolo, sono le endotossine lipopolisaccaridi (LPS), la cui somministrazione (anche in basse dosi) ha innescato ansia, depressione, deficit cognitivi.
I livelli della molecola HPHPA (un sottoprodotto chimico dei batteri del genere clostridium) sono molto più alti nelle urine dei bambini autistici e di altri soggetti con problemi mentali.
L’ennesima conferma di quanto asserito sul rapporto tra disbiosi e “malattie mentali” è l’articolo del daily mail intitolato Eat more yogurt! Low levels of healthy gut bacteria could be the cause of mental health issues such as ‘anxiety and schizophrenia’ (“Mangiate più yogurt! Bassi livelli di batteri benefici nell’intestino potrebbero essere la causa di problemi mentali quali “ansietà e schizofrenia”) . I sottotitoli sono particolarmente significativi:
Una persona adulta porta in media 2 kg di batteri.
I batteri benefici sono noti come probiotici, e si trovano comunemente nello yogurt di latte, yogurt di soia, e sotto forma di integratori alimentari.
I probiotici sono anche somministrati nei trapianti di feci, nei quali le feci di un donatore sano vengono somministrate per via anale ad un paziente infetto.
Gli Streptococchi sono legati al disordine ossessivo compulsivo
I batteri intestinali regolano i livelli di dopamina
Un accumulo di dopamina causa agitazione e stress nel corpo
I batteri intestinali ‘parlano al cervello’ per mezzo del sistema immunitario o di parti del sistema nervoso
Per quanto interessante, l’articolo però non dice che gli yogurt vaccini (o caprini) andrebbero fatti a partire da latte intero, di sicura provenienza biologica, di mucche (o capre) in ottima salute, che dovrebbero fermentare 24 ore, e quando possibili preparati a partire da latte crudo, non pastorizzato e non omogeneizzato; questo è almeno quanto asserisce la dottoressa Campbell (e non solo lei).
Ma esiste poi un latte così? … forse quello degli animali allevati sul proprio pezzettino di terra? Vista anche la correlazione tra consumo di latte e latticini e tubercolosi nonché paratubercolosi c’è da stare molto attenti. Personalmente ritengo che la migliore alternativa vegetale sono gli yogurt fatti in casa a partire per esempio dal cocco o dalla mandorla (vedi più avanti).
Ad ogni modo l’articolo del Daily Mail riferisce di studi di scienziati che correlano lo stato della microflora intestinale a disturbi quali l’ansietà, la schizofrenia e l’autismo, ed in particolare di uno studio pubblicato sul giornale Nutritional Neuroscience da parte del laboratorio statunitense The Great Plains Laboratory (uno dei migliori e più attrezzati al mondo, cui si appoggia la stessa dottoressa Campbell-McBride).
Questo studio mostra che i livelli della molecola HPHPA (un sottoprodotto chimico dei batteri del genere clostridium) sono molto più alti nelle urine dei bambini autistici e di altri soggetti con problemi mentali. In particolare in una nota ad una foto dell’articolo il giornale riferisce che il dottor James Greenblatt, un psichiatra dell’area di Boston, dice che tutti i dottori dovrebbero adottare come una procedura standard l’esame degli acidi organici nelle urine per il controllo dei livelli di HPHPA.
Questa molecola (HPHPA) secondo Greenblatt
causa la disattivazione di un enzima che impedisce alla dopamine di essere convertita nel neurotrasmettitore neuroepinefrina, dice Greenblatt, e questo causa un accumulo di dopamina.
L’accumulo di dopamina, è noto, induce agitazione.
Per quanto inaccettabile dal punto di vista etico, e di incerta trasposizione all’uomo, è interessante anche quanto riferisce l’articolo su una ricerca in cui i topi sono stati privati dei microbi intestinali, i quali mostravano livelli più alti del cortisolo (l’ormone dello stress) rispetto ai topi sani del gruppo di controllo; i topi privati della microflora intestinale mostravano anche livelli alterati della molecola cerebrale BDNF, che è stata correlata all’ansietà ed alla depressione negli esseri umani.
Nell’articolo si parla anche di PANDAS, una malattia causata dagli streptococchi
che si manifesta come una combinazione di tic, ossessioni, compulsioni ed altri sintomi che possono essere abbastanza gravi per giustificare diagnosi come disordine cronico da tic, disturbo ossessivo compulsivo, e sindrome di Tourette.
Un bambino di 10 anni della Virginia è stato curato con probiotici dopo essere stato erroneamente diagnosticato come sofferente di PANDAS dopo che aveva sviluppato dei sintomi da disturbo compulsivo in seguito ad un’infezione da streptococchi e ad un lungo ciclo di antibiotici. (…) Dopo i probiotici, ‘c’è stato un cambiamento totale’, ha detto ad ABC News. ‘I suoi sintomi sono scomparsi e si è rimesso del tutto.’
Quanto ai trapianti di feci di donatori sani, per quanto possa essere un interessante campo di ricerca, mi sembra molto più logico ripristinare la corretta flora con una dieta paleolitica ed i probiotici come gli Emiko San, o magari provare semplicemente a fare dei clisteri con sciolti dentro dei probiotici, secondo quanto suggerisce la dottoressa Campbell.
Per spiegare meglio il legame intestino-cervello e comprendere come si possano originare i cosiddetti disturbi mentali, consiglio la lettura dell’articolo Intestinal microbiota, probiotics and mental health: from Metchnikoff to modern advances: Part II – contemporary contextual research (“Microbiota intestinale, probiotici e salute mentale: da Metchnikoff alle scoperte moderne:
Parte II – ricerca contestuale contemporanea”) che presenta forse la più ricca mole di dati sul rapporto tra equilibrio del microbiota intestinale e salute mentale. Gli autori ricordano innanzitutto come agli inizi del 1900 gli scienziati indagassero già tale questione discutendo del fenomeno della cosiddetta autointossicazione (tossine prodotte dai patogeni che arrivano al cervello anche a causa di una aumentata permeabilità dell’intestino), ma dal 1930 in poi la questione fu abbandonata e si iniziò al contrario ad indagare sulla relazione causale inversa: l’effetto di depressione, ansia e stress nella genesi dei disturbi gastrointestinali.
Gli autori stessi, prima di lavorare a questo articolo di rassegna degli studi del settore, hanno fatto dei lavori di indagine mostrando il ruolo potenziale dei probiotici per combattere stati di fatica cronica e di depressione. Col progredire delle tecniche di analisi ormai sappiamo che i cosiddetti disturbi mentali sono associati con un basso grado di infiammazione, stress ossidativo e aumento delle citochine infiammatorie (delle molecole denominate per esempio TNF-α, IL-1, IL-6, etc) tutti fattori che possono regolati dall’assunzione dei probiotici.
Uno dei fattori intestinali che può causare disturbi mentali, e su cui si sofferma il succitato articolo, sono le endotossine lipopolisaccaridi (LPS), la cui somministrazione (anche in basse dosi) ha innescato ansia, depressione, deficit cognitivi. Tali molecole fanno parte della membrane esterna dei batteri gram-negativi, microrganismi che (sotto normali condizioni) sono presenti in quantità di almeno un grammo nel nostro intestino (una minuscola porzione del microbiota intestinale quindi).
Se la barriera intestinale è sana e funzionante, solo una minuscola quantità di endotossine LPS può passare nel sangue, mentre alti livelli di tali tossine vengono rilevate nel sangue di persone obese, con alti livelli di insulina e che manifestano altri segni che predispongono alle malattie cardiovascolari ed al diabete.
Ma le tossine LPS inducono anche produzione di citochine che a loro volte sovra-eccitano il sistema limbico e portano ad una diminuzione di triptofano, la molecola a partire dalla quale viene costruita nel nostro corpo la serotonina, un neurotrasmettitore essenziale per il normale funzionamento del cervello, e la cui carenza induce ansia e depressione.
Tra l’altro l’ingresso nel circolo sanguigno delle tossine LPS può danneggiare la barriera emato-encefalica , ovvero quel sistema che agisce da filtro per evitare che certe molecole indesiderabili arrivino fino al cervello; sostanzialmente aumenta la permeabilità di questa barriera e aumenta il carico di patogeni e di tossine che riescono a raggiungere il cervello, comprese le stesse LPS, e diminuisce al contempo la capacità della barriera di espellere le tossine, come quelle che delle beta-amiloidi, peptidi tossici che nel cervello.
Nei malati di Alzheimer accumulano e si aggregano formando addirittura delle placche che ricoprono le cellule nervose (e che, secondo recenti ricerche, hanno un qualche ruolo anche nel morbo di Parkinson ). Il nostro organismo però è dotato di un sistema di regolazione della permeabilità di questa barriera per mezzo di certi cannabinoidi (detti endocannabinoidi, in quanto prodotti dal corpo stesso) che compensano l’effetto negativo delle LPS.
Questo suppongo che possa spiegare l’effetto terapeutico dei cannabinoidi nel mitigare i sintomi della sclerosi multipla e forse anche quello curativo nei confronti dei tumori cerebrali.
Affinché le tossine LPS (ed anche altre) possano giungere in circolo nel sangue in dosi sufficienti a creare dei disturbi mentali occorre un aumento della permeabilità intestinale (e possibilmente a volte anche un aumento di numero degli stessi batteri gram-negativi), e sempre più ricerche scientifiche lo stanno dimostrando. Interessante ad esempio è il risultato dello studio Alterations of the intestinal barrier in patients with autisms pectrum disorders and in their first-degree relatives (“Alterazioni della barriera intestinale in pazienti con disturbo dello spettro autistico e nei loro parenti di primo grado”)
che mostra come l’eccessiva permeabilità intestinalesi riscontri nel 36.7% dei bambini autistici, nel 21.2% dei loro parenti di primo grado (tra i quali ci sono anche le madri ed i fratelli, che condividono una simile microflora, dal momento che L’articolo Effects of Toxoplasma gondii infection on plasma testosterone and cortisol level and stress index on patients referred to Sina hospital , mostra che nelle persone infette da toxoplasma c’è un misurabile aumento dei livelli di testosterone e di cortisolo (l’ormone dello stress) ed è stata misura una correlazione tra toxoplasmosi stress ed ansia.
L’articolo Reconceptualizing major depressive disorder as an infectious disease (“Ripensare la depressione maggiore come una malattia infettiva”), per quanto si presenti come puramente speculativo, mostra diverse argomentazioni a favore di tale punto di vista, per esempio la presenza di indicatori di un processo infiammatorio (anche nel cervello). Per esempio i suicidi mostrano livelli più elevati di alcune interleuchine in un’area del cervello già in precedenza associata alla formulazione di idee suicide.
Ovviamente è una speculazione asserire che tali indicatori di un processo infiammatorio dipendano dall’attivazione del sistema immunitario in risposta ad un’infezione da virus, batteri o parassiti, ma è una speculazione molto sensata.
L’articolo ci informa che il Toxoplasma gondii infetta circa un terzo della popolazione mondiale e che tale infezione è associata alla produzione di quelle citochine pro-infiammatorie riscontrate nei pazienti depressi e che è stata riscontrata una correlazione tra diffusione dell’infezione da toxoplasma e tassi di suicidio; inoltre le persone che hanno tentato il suicidio hanno più alti livelli di anticorpi al toxoplasma.
Del resto se il toxoplasma riesce a modificare il comportamento dei topi da esso infettati fino a far loro percepire l’odore dell’urina del gatto come qualcosa di sessualmente attraente, il sospetto che possa causare anche nell’uomo delle forti modificazioni a livello cerebrale. Altri dati finora appurati sono quelli della correlazione tra virus come l’herpes simplex-1 o il virus di Epstein-Barr; ma è noto che la correlazione non è abbastanza per definire un rapporto di causa ed effetto.
Argomentazioni molto simili le ritroviamo nell’articolo Could depression be the result of a brain infection?(La depressione potrebbe essere causata da un’infezione al cervello?) .
Ma come fare a liberarsi da una infezione da toxoplasma se il proprio sistema immunitario è debole?
Ovviamente ristabilendo l’equilibrio del sistema immunitario risanando l’intestino, e poi probabilmente possono venire in aiuto zinco, melatonina e lattoferrina; sebbene i seguenti studi siano stati compiuti su animali, è risaputo che lo zinco aiuta a potenziare il sistema immunitario e che la lattoferrina ha un’azione antibatterica ed antifungina.
Vedi Effect of zinc and melatonin supplementation on cellular immunity in rats with toxoplasmosis e Toxoplasma gondii: inhibition of the intracellular growth by human lactoferrin . Maggiori informazioni su dei percorsi naturali di cura della toxoplasmosi potete trovarle (in inglese) sul sito di Greg Lee .
In realtà il numero dei parassiti (anche unicellulari) che possono causare problemi a livello mentali (ma anche attacchi epilettici) è piuttosto vasto, sebbene molti si trovino solo in aree tropicali; chi vuole controllare l’elenco può leggere l’abstract dell’articolo Parasitoses of the human central nervous system . Persino alcuni vermi parassiti possono penetrare nel cervello, ma perché ciò succeda occorre ingerire carne cruda.
Molto altro materiale sulla questione psichiatrica sarà presto disponibile non appena riordino i miei scritti. Sul rapporto tra “malattia mentale” e carenze di vitamina D, vedi il capitolo relativo. Per l’intanto vi suggerisco di leggere anche (nonostante tutti i limiti di un approccio che non riconosce la follia come problema legato a disturbi nutritivi, intestinali o di focus dentali) i libri di Giuseppe Bucalo (disponibili anche gratuitamente on line) e l’articolo Le voci dentro la loro testa”, approccio di Gail Hornstein alla comprensione della follia.
318 http://www.dailymail.co.uk/…/Low-levels-healthy-gut-bacteri….
319 http://www.boorp.com/…/libro_Tbc_Tisi_quale_Verita%27_in_pd….
320 http://integrazionebenessere.it/…/406-lo-sapete-che-dietro-….
321 http://www.izsler.it/…/CREF…/compiti/Mybacterium%20avium.pdf.
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325 Pubblicato su Journal of Pediatric Gastroenterology and Nutrition. 2010;51:418–424, autori De Magistris L, Familiari V, Pascotto A, Sapone A, Frolli A, Iardino P, Carteni M, De Rosa M, Francavilla R, Riegler G, Militerni R, Bravaccio C; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20683204.
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Pubblicato su Polish Journal of Microbiology 2007;56(1):25-32, autori Dzitko K, Dziadek B, Dziadek J, Długońska H; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17419186.
Why Chronic Depression Can Be Aggravated By a Hidden Toxoplasmosis Infection; http://goodbyelyme.com/free_arti…/coinfections/toxoplasmosis