La guarigione è prendersi cura di Sé
Asse Intestino – Cervello
La maggior parte dei pazienti giovani e vecchi che soffrivano di “confusione” problemi di concentrazione, e scarsa memoria, mostravano livelli di zolfo al di sotto della norma, inclusi molti bambini diagnosticati come sofferenti del “disordine di attenzione / iperattività” (ADD / ADHD), e lo stesso dicasi per le persone intossicate da alti livelli di alluminio…
Mentre la medicina ufficiale ha sempre pensato che la placca beta amiloide fosse la causa dell’Alzheimer, in realtà essa ne è piuttosto un segno e la Seneff ipotizza che una causa della malattia (altre vengono analizzate in un capitolo specifico) siano i problemi nel metabolismo del glucosio connessi con la carenza di zolfo.
In effetti sulla pagina web pubblicata da Ronald Roth si può vedere un grafico coi livelli di vari minerali nelle cellule di un tipico malato di Alzheimer in rapporto ai livelli normali. È notevole come lo zolfo sia quasi inesistente nel profilo dei malati di Alzheimer.
Sul sito internet http://www.acu-cell.com/ della Clinical Research Resource for Cellular Nutrition & Trace Mineral Analysis” (“Centro di ricerca clinica per la nutrizione cellulare e l’analisi dei minerali in traccia”) si legge:
Mentre alcuni farmaci o antibiotici possono rallentare o eventualmente arrestare la progressione del morbo di Alzheimer, l’integrazione di zolfo ha la potenzialità non solo di prevenire, ma persino di invertire la condizione [ovvero il processo degenerativo – N.d.T.], a patto che la malattia non sia progredita fino ad uno stadio nel quale il danno al cervello è già abbastanza rilevante.
Una delle più importanti cause per l’aumento di casi di Alzheimer negli anni passati è la cattiva reputazione che hanno avuto le uova in quanto importanti fonti di colesterolo, a dispetto del fatto che l’assunzione del colesterolo tramite la dieta ha poca importanza sul livello di colesterolo nel siero, cosa che è stata finalmente riconosciuta dalla medicina ufficiale.
Nel frattempo, una gran parte della popolazione, seguendo la cattiva informazione diffusa sulle uova, ha perso un’eccellente fonte di zolfo e di diversi altri nutrienti essenziali. Ovviamente cipolle e aglio sono un’altra ricca fonte di zolfo, ma in rapporto al volume, essi non possono stare a confronto con quanto di può ottenere consumando regolarmente le uova. (…)
Sia Zolfo che Selenio sono minerali importanti per il sistema nervoso, e causano una reazione infiammatoria in caso di eccessiva ingestione o ritenzione (come succede con la Sclerosi Laterale Amiotrofica), a provocando una risposta degenerativa in caso di insufficiente ingestione o ritenzione (come succede con il morbo di Alzheimer).
La risposta positiva ad una terapia basata sull’integrazione di zolfo che ho osservato in pazienti sofferenti di morbo di Alzheimer è stata inversamente proporzionale alla progressione della malattia.
Cosa interessante, lo zolfo è un potentissimo antagonista dell’alluminio, cosa che dovrebbe soddisfare quanti affermano che l’alluminio sia un importante fattore legato all’insorgenza della malattia.
La maggior parte dei pazienti giovani e vecchi che soffrivano di “confusione” problemi di concentrazione, e scarsa memoria, mostravano livelli di zolfo al di sotto della norma, inclusi molti bambini diagnosticati come sofferenti del “disordine di attenzione / iperattività” (ADD / ADHD), e lo stesso dicasi per le persone intossicate da alti livelli di alluminio.
I comuni che aggiungono alluminio all’acqua potabile [nel corso del processo di flocculazione, una delle fasi della potabilizzazione dell’acqua – N.d.T.] oltre a fluoro e cloro, non aiutano certo quelle persone che lottano per mantenere un adeguato livello di zolfo.
Un altro antagonista dello zolfo che possiamo assumere con la dieta è il rame, che si trova in una serie di alimenti e bevande quali caffè, cola, cioccolato e prodotti a base di cacao, germe di grano, frutti di mare, soia, frutta secca e molte altri. Una situazione con alti livelli di rame e bassi livelli di zolfo non solo può essere la base per l’insorgenza del morbo di Alzheimer, ma può causare anche alcune forme di artrite e di degenerazione vascolare
Come possibile integratore di zolfo sul sito http://www.acu-cell.com viene indicato lo zolfo organico (MSM) che si trova in natura in negli alimenti succitati (oltre che nella carne e nel pesce). Sul sito si raccomanda ove possibile, per il risolvere problemi legati a deficit di zolfo, a non affidarsi solo all’integrazione di MSM ma di attingere anche alle naturali fonti commestibili.
Secondo la Seneff
La mancanza di sufficiente zolfo avrebbe un’immediata ripercussione negativa sulla capacità dei neuroni di portare efficacemente l’ossigeno, in una maniera ancora una volta simile a quanto succede nelle cellule muscolari. Questo vorrebbe dire che le altre proteine ed i grassi nel neurone soffrirebbero di danno ossidativo, portando alla fine alla distruzione del neurone. (…)
Io sospetto che una carenza di colesterolo si manifesterebbe se è insufficiente il colesterolo solfatato.
Ma possibile, qualcuno dirà?
Questa signora Seneff fa voli pindarici con la sua fantasia?
E invece no, tant’è che ci sono ricerche scientifiche che descrivono il morbo di Alzheimer come una sorta di “diabete di tipo III” .
Lo zolfo come un agente protettivo nei confronti del danno da radiazione.
Su tale ruolo dello zolfo, dalla lunga dissertazione della Seneff riporto solo l’indicazione dell’articolo Radiation Protection with Sulfur and Some Sulfur-containing Compounds (“Protezione dalla radiazione con lo zolfo ed alcuni composti contenenti lo zolfo”), il cui titolo è già di per sé molto significativo Pubblicato su Nature, Vol. 194, 782, May 26, 1962, autori A . Charlesby, et al.
Anche se ai vegetariani sicuramente non piacerà, ma secondo Seneff
La migliore fonte di zolfo sono le proteine animali quali carne, pesce e uova. Lo zolfo sta scomparendo dal suolo coltivabile, e così i vegetali contengono persino meno zolfo di quanto succedeva una volta. È quindi molto verosimile che i vegetariani soffrano di deficit da zolfo, che può influire sulla loro suscettibilità al danno da radiazione solare.