Dì a te stesso che non devi rinunciare a essere il protagonista nello spettacolo della tua vita.
Non devi rinunciare a credere di poter compiere delle scelte e di possedere una volontà libera. E sufficiente accettare il paradosso che noi viviamo sempre contemporaneamente nella forma e fuori di essa, e che le regole di ciascuna dimensione sono opposte, anche se vigono simultaneamente.
Una volta che tu sia diventato cosciente del fatto di avere una volontà libera all’interno di un universo perfetto, puoi liberarti del modo di pensare negativo che occupa tanta parte della tua vita.
Quando ti senti stressato per qualcosa, ricorda a te stesso con dolcezza che tutto è perfetto, che non potresti cambiare neppure una virgola e che in ciò che avviene è sempre contenuta una meravigliosa lezione.
La consapevolezza della necessità di ciò che accade, del fatto che non esistono incidenti o avvenimenti fortuiti, che siamo esattamente come dobbiamo essere e facciamo ciò che dobbiamo fare, ha il potere di liberarci, rendendoci sereni, ed elimina il bisogno di giudicare.
Prova a staccarti mentalmente dalla forma, e pensa come straordinario essere parte di questo modello vivente di perfezione. Vedilo come un magnifico arazzo che si svolge di fronte a noi, e in cui ognuno ha una parte, e non voler capire troppo.
Non per questo ti cullerai in un atteggiamento di passività; ti sentirai al contrario rivitalizzato con l’energia di chi partecipa come comparsa nella scena più vasta del sogno di Dio, mentre allo stesso tempo crea ciò che desidera all’interno di quel sogno. Il senso di meraviglia e di riverenza che provi ti permetterà di scorrere liberamente, invece di giudicare o mettere in discussione l’esperienza.
Assumiti la responsabilità del ruolo che giochi in ogni momento all’interno del dramma complessivo.
Non attribuire l’incidente apparentemente fortuito che ti è capitato al fatto di esserti trovato nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Vedilo invece come un’esperienza creata da te e da cui puoi imparare.
Quando sai che sei tu a creare la realtà all’interno di un universo perfettamente sincronizzato e rifiuti di dare la colpa delle tue esperienze a qualcuno o a qualcosa, quando sai che ciò che dai al mondo è ciò che a sua volta ti torna indietro in un perfetto circolo energetico, allora vedrai mutarsi la tua «fortuna».
Quando sarai disposto ad apprendere le lezioni che ti offrono, non continuerai a imbatterti nello stesso tipo di avvenimenti negativi. Una volta che tu sia disposto a imparare dalle tue «disavventure», non avrai bisogno di ripetere l’esperienza. Quando prendi una multa e sai in fondo al cuore che si tratta di un messaggio che ti invita a rallentare e a guidare con più attenzione, hai imparato la lezione.
Se invece continui a lamentartene, ti può succedere qualcosa di più drastico; per esempio continuare a guidare distrattamente fino a quando creerai un incidente o ti sarà ritirata la patente.
Divenuto cosciente del fatto che non esistono avvenimenti casuali, che persino le più microscopiche particelle subatomiche agiscono con uno scopo, come fai del resto anche tu, puoi veramente cambiare vita. Prova! Fallo per qualche mese.
Se vuoi un cambiamento in meglio, anche solo un mutamento di «fortuna», prova ad adottare un nuovo modo di pensare e ti posso assicurare che quello in cui credi comincerà a manifestarsi nella tua vita.
So che è così per me e sono assolutamente certo che la stessa cosa si avvererà anche per te.
Smetti di preoccuparti! Di che cosa ci si può preoccupare in un universo perfettamente sincronizzato? Non ha senso inquietarsi per cose sulle quali pensi di non avere alcun controllo. E non ha senso preoccuparsi di cose su cui hai controllo, perché, se ce l’hai, non hai ragione di farlo.
Morale della favola: non ci si deve preoccupare di nulla, è già stato provveduto a tutto. Dunque scorri con ciò che succede, invece di assumere un atteggiamento di antagonismo verso la realtà.
Rasserena la mente per poter udire il ritmo perfetto dell’universo.
Quando ti immergi nel tuo spazio interiore e ti permetti di sentirti in pace senza giudicare, semplicemente meditando e sperimentando l’unità del tutto, entri ben presto in contatto con l’energia di cui ho parlato in tutto il libro.
Questo stato di serenità interiore, se lo pratichi per un certo tempo, ti convincerà della perfezione del tutto.
In momenti di tranquilla meditazione ho creato ciò che altri chiamerebbero miracoli. Sono entrato nella luce abbacinante che fa parte della mia tecnica di meditazione, e mi sono sentito diventare puro pensiero, pur rimanendo consapevole di avere un corpo.
Quando ritorno alla forma mi sento ricaricato di un’incredibile energia. So che cosa sia la dimensione oltre la forma perché vi posso entrare quando voglio e quindi ti consiglio di accantonare la resistenza che puoi avere a sperimentarla; se sei paziente con te stesso e disposto a non lasciarti distogliere ti garantisco risultati positivi.
Non è un caso che gli uomini spirituali più illuminati vissuti in mezzo a noi abbiano tutti praticato un viaggio quotidiano nella trasformazione, ossia la meditazione. Sicuramente se sei pronto a smettere di identificarti esclusivamente con la forma per alcuni minuti al giorno, ti accorgerai che anche tu sei abbastanza divino da partecipare a questo magnifico esercizio.
Riconsidera i tre stadi dell’illuminazione e chiediti in quale ti trovi attualmente.
Se sei al primo stadio e ti ci vuole ancora molto prima di vedere le lezioni contenute nelle esperienze traumatiche, allora di rimanere con i problemi, presente a te stesso, e di trarre qualcosa di positivo già durante l’esperienza.
Ciò significa deporre per alcuni momenti l’ira e la frustrazione che ti provoca una determinata situazione e adottare un diverso atteggiamento:
«Va bene, in qualche modo ho creato questo sgradevole pasticcio, anche se non riesco a capire come. Ora che insegnamento posso trarne?» Questo esercizio ti distoglie dal pensiero di ciò che manca o ciò che non va e ti riconduce a uno scopo.
Se sei nel secondo stadio e cerchi di apprendere la lezione di un’esperienza già mentre la stai vivendo, prova a prefigurarne nella mente l’intero svolgimento, vedendone le conseguenze pratiche, e poi opera per eliminare la necessità di estrinsecarle nel mondo della forma, dove non si può evitare la sofferenza.
Con la forza del pensiero blocca l’evento traumatico prima che si manifesti, e poi affidati all’istinto per decidere come «lasciare andare» l’esperienza, superandola, dal momento che hai già visto quale ne sarebbe l’esito se continuasse nel suo corso e sai in cuor tuo che non hai bisogno di ripeterla.
Se sei al terzo stadio e sei in grado di evitare i traumi o almeno di minimizzarli prefigurandone mentalmente l’esito, allora cerca di aiutare chi ti circonda a fare altrettanto. Metti in comune con gli altri il dono di cui disponi e fa vedere a tutti la bellezza di chi ha vissuto una vera trasformazione.
Sforzati di liberarti dell’idea che le connessioni invisibili non siano reali. Ti ho citato molti collegamenti che fanno parte della nostra esperienza quotidiana. Una volta che saprai che i pensieri possono entrare in collegamento con la forma, oltre che con altri pensieri, e che tutto senza eccezioni nell’universo è energia che vibra, allora sarai in grado di comprendere come la totalità sia sincronizzata e perfetta.
Raggiunta questa consapevolezza interiore puoi cercare di creare «eventi sincronici» nella tua vita. Puoi usare il grande potere della mente per concentrarti sulla tua rigenerazione spirituale, per rafforzare i tuoi rapporti con gli altri, per coltivare dentro di te un senso di equilibrio e di armonia.
Lo puoi fare concentrandoti su ciò che vuoi creare, e credendo fermamente di poter creare, insieme all’intelligenza che sostiene la tua forma, qualsiasi cosa desideri, senza alcuna limitazione. Ma prima devi sapere che il veicolo per attuare questa trasformazione esistenziale è la facoltà di essere pensiero. Attraverso il pensiero, e solo grazie a esso, puoi compiere i miracoli che fino a ora ti sono forse sfuggiti.
Abituati a fidarti dell’intuito, di quel «sesto senso» che hai in te.
L’intuizione è la coscienza superiore in azione e, se la ignori, finisci per ricominciare ad agire sulla base di abitudini e pregiudizi, di ciò che ti è stato insegnato per tutta la vita.
Se senti questa voce interiore, e sai di aver trovato la soluzione, sappi che si tratta di un processo non differente da un’analisi lunga e ripetuta della questione per decidere quale sia il corso d’azione più logico.
Una sensazione intuitiva è un pensiero. E divina: è te e tu sei lei. Fidati, è il tuo sistema di allarme, umano e divino insieme. Se ne hai paura, o vuoi sentire prima il parere di un’altra persona, impedisci di fatto al sistema di funzionare e ti abitui a ignorare questa tua facoltà. In breve tempo, con il disuso e la diffidenza, il sistema di allarme preventivo del pensiero, ossia l’intuizione, cessa di funzionare, e ti trovi a reagire alla vita secondo i desideri e le esigenze degli altri.
Mentre giochi una partita a tennis, non ti fermi a pensare e ad analizzare ogni risposta. Permetti alla tua forma di rispondere simultaneamente ai pensieri. Meno interferisci con tale processo, più efficacemente funzionerà. Reagisci automaticamente, fidandoti dell’intuito, nella certezza che la sincronicità di questo universo perfetto fluirà attraverso di te!
Ricorda che l’analisi è un atto di violenza intellettuale, che fa a pezzi il pensiero e taglia a fette l’universo. Quando devi rompere qualcosa per esaminarne più in dettaglio ogni componente stai letteralmente usando la mente per spaccare un insieme:
è un atto di violenza, che ti impedisce di vedere l’organicità dell’intero e ti mantiene concentrato sul processo di dissezione e separazione da te stesso. Quando sezioni te stesso, i tuoi rapporti affettivi e le tue attività e cerchi di trovare il significato nascosto di ogni brandello di comportamento individuale, ti stai facendo, dal punto di vista metafisico, un grande torto. Ricordati che la «sintesi» è l’opposto dell’«analisi».
Puoi passare dall’analisi alla sintesi e dalla violenza all’armonia intellettuale. Sintetizzare significa riunire, vedere le cose in rapporto all’insieme. Puoi considerare il comportamento tuo e degli altri dal punto di vista del suo rapporto con l’intero universo.
Puoi cercare modi per collocarti in una totalità più equilibrata, e parallelamente metterti in armonia con tutto ciò che costituisce l’Essere Umano. L’analisi è ormai quasi una seconda natura nella cultura occidentale, dove è norma curarsi solo di sé stessi, dimenticando gli altri, e persino farsi a pezzi suddividendosi in sempre più numerose componenti, personalità, emozioni, pensieri, forma, atletica, patrimonio culturale, e così via.
Per trascendere questa violenza intellettuale, che ci impedisce di vedere l’intero perfettamente sincronizzato, possiamo passare alla sintesi, che ci permette di vedere la nostra connessione all’insieme e il fatto di essere noi stessi dei collegamenti.
Possiamo smettere di pensare sempre e solo all’influenza che il mondo esterno esercita su di noi e pensare invece a servire gli altri.
In quasi tutto ciò che leggo, osservo e faccio, cerco sempre di vedere ciò che come esseri umani abbiamo in comune e i legami che ci uniscono gli uni agli altri.
Rifiuto di considerarmi nemico di chicchessia, nonostante ciò che ne possa pensare l’attuale classe di uomini politici al potere. In tutte le mie attività intellettuali penso globalmente.
So che un mondo che spende in armi 25 miliardi di dollari al minuto e che in quello stesso lasso di tempo lascia morire di fame quaranta bambini investe troppe energie intellettuali nel fare a pezzi il pianeta e nell’esasperare le differenze tra gli uomini.
So che posso resistere alla tentazione di credere che vi sia anche una sola persona al mondo separata e distinta da me.
Ogni volta che vedo altri esseri umani, di qualsiasi colore o fede, indipendentemente dalla loro origine, so di avere qualcosa in comune con loro: la mia esperienza quotidiana di essere umano; anch’essi sanno che cosa sia essere umani, aver fame, amare i bambini, digerire, avere i crampi allo stomaco, pensare; tutto questo l’abbiamo in comune.
Più pensiamo in modo sintetico invece che esclusivamente analitico, più probabilità avremo di riuscire a essere uniti, e a mettere fine a quest’insistenza fatale su ciò che ci separa.
Ogni giorno, quando guardi il mondo e vedi sbocciare milioni e milioni di fiori, ricorda che Dio fa andare avanti l’universo senza usare la forza: è un’opera realizzata con perfezione sintetica.
(Wayne W. Dyer.) Credere per vedere