Vitamine e sviluppo ponderale

Inadeguati livelli di vitamina D nella mamma sono legati a basso peso alla nascita, difetti nello sviluppo dello scheletro e problemi di salute nei primi anni di vita (infezioni respiratorie ed allergie).

La vita è amarsi sul serio

La principale fonte di vitamina D deriva dalla sintesi endogena a seguito dall’esposizione ai raggi solari; le fonti alimentari di vitamina D (solo il 20% della vitamina D è assunta con gli alimenti) sono i pesci grassi, il fegato di maiale, le uova, il burro e i formaggi grassi.

Sebbene l’apporto giornaliero consigliato di vitamina D non subisca incrementi durante la gravidanza e l’allattamento, i livelli di vitamina D materni durante la gravidanza rappresentano un determinante della massa ossea del feto e del nascituro fino al raggiungimento del picco di massa ossea.

Inoltre, inadeguati livelli di vitamina D nella mamma sono legati a basso peso alla nascita, difetti nello sviluppo dello scheletro e problemi di salute nei primi anni di vita (infezioni respiratorie ed allergie) (RIPPS. 2015 Suppl. 3:142-258).

La Vitamina D

Adeguati livelli ematici di vitamina D sono necessari per il corretto funzionamento del sistema immunitario, sia in termini di potenziamento delle difese immunitarie innate contro microrganismi patogeni, sia per regolare l’attività della risposta immunitaria acquisita.

Nella prima fase della gestazione, la vitamina D è coinvolta nella modulazione del sistema immunitario mediante la regolazione del rilascio di citochine che contribuiscono all’impianto embrionale e alla secrezione di diversi ormoni (Mora JR et al. 2008).

Molti studi hanno chiaramente dimostrato che la carenza di vitamina D in gravidanza ha effetti negativi sia sulla madre che sul neonato e che in gravidanza la prevenzione della carenza di vitamina D deve essere fatta come nelle donne non gravide.

vitamina D

L’Italia è uno dei Paesi Europei con maggiore prevalenza di carenza da vitamina D, a differenza del Nord Europa dove è minore, grazie alla fortificazione dei cibi, principalmente del latte, degli yogurt e dei formaggi. È quindi necessario promuovere la profilassi con vitamina D in gravidanza al fine di ridurre i rischi connessi alla carenza di tale ormone.

Il Ministero della Salute italiano suggerisce come integrazione negli adulti un apporto massimo giornaliero di vitamina D pari a 2.000 Unità Internazionali (UI), corrispondente a 50 μg. Gli esperti del Ministero della Salute affermano che la somministrazione giornaliera è preferibile rispetto ai boli bisettimanali o mensili.

La normativa comunitaria e italiana autorizza quindi i prodotti di integrazione alimentare contenenti il prezioso ormone-vitamina ad utilizzare il claim: “La vitamina D contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario”, considerando sicure dosi giornaliere di vitamina D sino a 4000 UI, corrispondente a 100 μg”.

bambini insieme

I Folati

Durante l’allattamento, invece, la supplementazione materna non è ritenuta sufficiente per i fabbisogni del neonato e deve essere assunta dal bimbo con una posologia di 400 UI/die, utilizzando un integratore alimentare a base di colecalciferolo in forma di gocce.

I folati rappresentano un complesso vitaminico idrosolubile appartenente al gruppo B. Sono contenuti soprattutto negli alimenti vegetali a foglia verde, nella frutta, nei cereali e nelle frattaglie. Sin dal periodo preconcezionale e fino a tutta la durata della gravidanza, il fabbisogno dei folati è aumentato a causa del rapido utilizzo da parte dell’organismo per costituire cellule e tessuti fetali.

I folati svolgono un ruolo essenziale in molte reazioni metaboliche, come la biosintesi di DNA e RNA, la metilazione dell’omocisteina e il metabolismo di alcuni amminoacidi. 

Per queste ragioni, livelli insufficienti di folati nella dieta possono esporre a rischi per la salute quali le anemie, la leucopenia e la trombocitopenia, ma possono anche creare danni irreversibili al feto.

Il Ministero della Salute consiglia la supplementazione con folati in tutte le donne in età fertile soprattutto per ridurre il rischio di sviluppo di difetti del tubo neurale nel feto (SIMP-Ministero della Salute 2013; Cawley S et al. 2016).

Secondo i LARN la quantità di folati da assumere durante la gravidanza deve essere aumentata del 50% per le gestanti (600 microgrammi/die) e fino al 25% per le nutrici (500 microgrammi/die).

Affinché la vitamina B9 venga trasformata nella sua forma metabolicamente attiva è necessario l’intervento di un enzima: la metilen-tetraidrofolato reduttasi proveniente dal gene MTHFR.

Nel mondo vi sono polimorfismi di questo gene che riducono l’attività dell’enzima fino al 65%. Difetti di metilazione completi non sono compatibili con la vita. I polimorfismi che possono provocare difetti di metilazione sono molto numerosi ma solo alcuni hanno una reale rilevanza clinica.

I più studiati sono il C667T e l’A1298C. Vi sono condizioni molto gravi e rare in cui il genotipo mutante è omozigote ed altre meno gravi ma pur sempre rischiose in cui il genotipo mutante si trova in eterozigosi.

Nei casi di difetti di metilazione l’integrazione con elevati dosaggi di acido folico (la forma sintetica non naturale dei folati) può rivelarsi dannosa.

La scarsa efficienza dell’enzima metilante può portare ad un accumulo di acido folico con conseguente tossicità epatica. Le mutazioni di MTHFR sono un fattore di rischio per i difetti della spina bifida di livello superiore.

Inoltre, tale polimorfismo impatta anche sul numero e sulla maturità degli ovociti recuperati in donne che intendono sottoporsi a tecniche di PMA (D’Elia PQ et al. 2014).

Il polimorfismo MTHFR C677T influenza l’attività dell’enzima e quindi il catabolismo dei folati. Il genotipo omozigote TT è considerato dannoso per la salute in quanto porta ad un accumulo dell’omocisteina plasmatica (Ueland PM et al. 2001).

La Vitamina B12

Ancora oggi in Italia 1 gravidanza su 1.300 è colpita da “spina bifida”, una grave malformazione che interessa la colonna vertebrale del nascituro durante i primi mesi di gravidanza e che potrebbe essere evitata con una semplice integrazione di vitamina B9 in forma attiva (5-metiltetraidrofolato).

La vitamina B12, insieme alla Vitamina B9 e alla Vitamina B6, è necessaria per la sintesi del DNA, la duplicazione e la crescita cellulare. Tali vitamine sono anche coinvolte nel metabolismo dell’omocisteina.

La diffusa carenza di vitamina B12 nella popolazione globale può essere un fattore di rischio di danni neurologici. Tale rischio aumenta quando la gestante segue diete di esclusione quali vegetarianismo o veganismo e non pratica una corretta integrazione alimentare (Allen LH 1994).

È stata riportata un’ampia gamma di associazioni tra, iperomocisteinemia, carenza di B9 e B12 e problemi riproduttivi, come:

  • subfertilità
  • sindrome dell’ovaio policistico (PCOS)
  • aborti spontanei
  • malformazioni congenite
  • restrizione della crescita fetale
  • pre-eclampsia
  • malattie cardiovascolari in età adulta

Lo zinco è un minerale essenziale per numerosi processi biologici; in gravidanza interviene nell’embriogenesi, nella crescita fetale e nella lattazione. Carenze di zinco durante la gravidanza possono provocare:

Lo Zinco

  • difetti nella crescita fetale
  • ritardo nella maturazione dell’osso e dei caratteri sessuali
  • compromissione del normale funzionamento del sistema immunitario.

La carenza subclinica di zinco è ampiamente diffusa nella popolazione globale e più presente nei soggetti che seguono dieta vegetariana o vegana, in cui i fabbisogni proteici, di zinco, e di ferro non sono spesso soddisfatti adeguatamente da un punto di vista quantitativo e qualitativo (Donangelo CM & King JC 2012; Foster M et al. 2015).

L’integrazione giornaliera di zinco in donne gravide con concentrazioni di zinco relativamente basse all’inizio della gravidanza è associata a maggior peso alla nascita e circonferenza cranica ottimale (Goldenberg RL et al. 1995).

Bibliografia scientifica: Salute della Donna Metagenics

 

Ilenia Contrafatto
Ilenia Contrafatto
Brescia
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