Francesco Ciani Naturopata di Segnale

Master in Medicina Nutrizionale Funzionale
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Un uovo al giorno toglie i pregiudizi di torno

Il fegato sintetizza infatti circa di 1-2 g al giorno mentre l’organismo ne assume con la dieta 200-500 mg, (In occidente la media è circa 340 mg per l’uomo e 220 mg per la donna)

Oggi esistono molte convinzioni sbagliate, riguardanti l’alimentazione, che nascono da credenze popolari

diventano leggende metropolitane e vengono ritenute vere nonostante non vi sia alcun valore scientifico. Sicuramente l’uovo rappresenta l’alimento più penalizzato da tali convinzioni.

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Ricordate, quando da bambini, molti di voi mangiavano l’uovo tutte le mattine a colazione?

Per decenni i nutrizionisti hanno condannato le uova, consigliandone massimo una-due alla settimana, senza badare (come avviene spesso nell’alimentazione) alla qualità e alla provenienza di quell’alimento.

Tutto si riduceva semplicemente a una mera distinzione in base alle calorie, grassi, carboidrati e proteine. Senza pensare che ormai, nell’era del cibo industriale, del packaging e delle “calorie vuote”, non si può più parlare, anche se i grandi filosofi e professori universitari lo fanno in televisione e sui giornali, di nutrienti, come si faceva fino a qualche anno fa.

Il motivo della demonizzazione delle uova è semplice: le linee guida per una corretta alimentazione consigliano di non superare i 300 mg di colesterolo al giorno, e un uovo ne contiene ben 250. Da solo, ricopre quindi più dell’80% del massimo consentito.

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Da qualche anno a questa parte, la posizione dei nutrizionisti si è decisamente ammorbidita, dopo la scoperta, ormai ANNI FA, che l’80% del colesterolo che circola nel sangue è prodotto dall’organismo (dal fegato per la precisione, sotto l’influenza dell’insulina) e solo il 20% deriva da quello introdotto con l’alimentazione.

Un errore comune (il problema è che lo pensano anche la maggior parte dei medici!) è credere che tutto il colesterolo circolante provenga dai cibi.

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Il fegato sintetizza infatti circa di 1-2 g al giorno mentre l’organismo ne assume con la dieta 200-500 mg, (In occidente la media è circa 340 mg per l’uomo e 220 mg per la donna).

Di quello endogeno (cioè prodotto dal fegato), una parte di quello in eccesso viene eliminata dal fegato stesso, cosicché la percentuale esogena (cioè proveniente dall’alimentazione) può arrivare al massimo al 20% sul totale.

Solo se si mangia “malissimo” si arriva al 20%. Realisticamente quello alimentare è il 10%.

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Quindi il controllo della produzione endogena avviene secondo un meccanismo che riduce la quantità di colesterolo endogeno, se aumenta quello assunto con la dieta e viceversa, per cui è troppo semplicistico sperare di controllare il colesterolo, eliminando dalla propria alimentazione i cibi ricchi di colesterolo (eliminazione che farebbe aumentare quello endogeno!!!

La biochimica non è una cosa che si improvvisa, ma si studia, cari medici che date ai vostri pazienti i foglietti con la lista degli alimenti contenenti colesterolo, dicendo di eliminarli!

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A tal proposito, vi ricordo che quei foglietti li stampa la ditta farmaceutica che vende farmaci per abbassare il colesterolo e non ha nessun interesse a farlo abbassare, sennò non guadagna!

E poi, ma quanti di voi, leggendo il foglietto illustrativo, hanno bisogno di eliminare le ostriche e i crostacei dall’alimentazione?

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Quanti di voi mangiano ostriche e crostacei tutti i giorni? Comunque, di colesterolo ne parleremo meglio in un’altra puntata….se sarò ancora vivo). Tornando al discorso del colesterolo “alimentare”, tenete bene in mente che i precursori del colesterolo sono i glicidi (cioè gli zuccheri! E non i grassi!)

Infatti la sintesi del colesterolo nel fegato è controllata dall’enzima HMG-CoA-reduttasi che a sua volta viene attivato dall’insulina (pensate un po’, è l’enzima verso cui agiscono i farmaci per abbassare il colesterolo! Che strano!)

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Questo significa che un soggetto che soffre di ipercolesterolemia che riduce il colesterolo introdotto con l’alimentazione potrà al massimo agire su quel 20%, e anche riducendo a zero l’introito di colesterolo con tutta probabilità il suo organismo continuerà a produrne troppo.

Inoltre, un organismo sano è in grado di espellere il colesterolo in eccesso assunto con l’alimentazione, grazie ad un meccanismo di autocontrollo.

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Questo meccanismo riduce ulteriormente l’influenza del colesterolo alimentare sui valori di quello ematico. Sono numerosi infatti gli studi che hanno smontato la loro cattiva e immeritata fama quali alimenti responsabili dell’innalzamento del colesterolo.

Non ultimo, una recente indagine epidemiologica del Journal of the American College of Nutrition ha dimostrato come le vecchie ricerche scientifiche, nello stigmatizzare questo alimento, sopravvalutassero l’incidenza del colesterolo contenuto nelle uova sul rischio cardiovascolare, omettendo di verificare il peso concomitante di altri fattori.

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Quindi il nesso colesterolo alto e malattie cardiache, andrebbe RIVISTO SCIENTIFICAMENTE!

Tornando alle uova, sempre la SCIENZA, ha dimostrato che le uova, non fanno male al fegato pur contenendo un’elevata quantità di colesterolo, (presente soprattutto nel tuorlo), ma al contrario contengono sostanze utili per il buon funzionamento delle cellule epatiche, come gli aminoacidi epatoprotettori (metionina e colina) e una sostanza (l’inositolo) utile in particolare per chi soffre di steatosi epatica (fegato grasso), che è un fosfolipide presente nel tuorlo dell’uovo, che tende anzi a contrastare l’assimilazione del colesterolo.

Quindi, per tutti i frequentatori di palestre che comprano i “bianchi d’uovo” cioè gli albumi, si può sapere perchè pensate che facciano bene?

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Vi siete chiesti da quali galline e quali processi industriali provengono quelle miscele?
La certezza è che le uova di gallina (le più consumate) forniscono il più alto quantitativo di proteine ad alto valore biologico (cioè sono complete di tutti gli aminoacidi, sia essenziali che non essenziali) assumibile con un solo alimento, fondamentali per molte funzioni dell’organismo.

Sono ricche inoltre di ferro e di vitamina B12, nutrienti essenziali per combattere l’anemia, e apportano quantità significative di vitamine e minerali, compresa la vitamina A, la riboflavina, l’acido folico, la vitamina B6, la colina, il calcio, il fosforo e il potassio.

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Dunque le uova sono una fonte dall’alto valore proteico e nutritivo a bassissimo costo.
La maggioranza dei grassi riscontrabili nell’uovo sono grassi monoinsaturi e polinsaturi, benefici per l’organismo e persino protettivi di cuore e arterie, con buona pace dei pregiudizi.

Chi pensa che le uova siano nocive per la linea deve poi sapere che, abbinato a una dieta equilibrata, il consumo di uno-due uova a colazione non fa ingrassare e addirittura facilita la perdita di peso, come ha mostrato una ricerca americana.Sicuramente bisogna agire con il buon senso e non fare abuso di questo alimento.

Scritto dal Dr. Antonio Pacella
13 maggio 2015 da Redazione

Giselle Parma
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Rimini
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Il lavoro di Francesco unisce competenze e studi di diversa natura, e questo permette di agire contemporaneamente sul piano fisico (grazie a nutraceutici di Eccellenza) emotivo, mentale e spirituale Il corpo riprende progressivamente Forza, Toncità e Vigore, ci si sente meglio Sono di supporto consigli alimentari, terapia verbale, fiori di Bach, trattamenti energetici. Un mix Che permette di ripristinare un equilibrio interiore e fisico 🧡

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