Possibili strategie di cura nell’Alzheimer

Inversione del declino cognitivo: un nuovo programma terapeutico

Lavoro dei dottori Bredesen e Shoemaker

Le possibili strategie di cura per i vari tipi di Alzheimer

Per comprendere meglio le reali cause dell’Alzheimer, e quindi le possibili strategie di intervento a livello sia di prevenzione che di cura occorre però concentrarsi sugli articoli di un altro valente medico, il dottor Bredesen, che è riuscito a distinguere tre sottotipi di patologia, e a determinare un metodo per curarle. 

cervello

In particolare nell’articolo Reversal of cognitive decline: A novel therapeutic program, ovvero Inversione del declino cognitivo: un nuovo programma terapeutico[1], spiega come affrontare i due sottotipi di Alzheimer più frequenti lavorando su: metabolismo (digiuno intermittente), dieta (pochi carboidrati complessi), riequilibrio della flora intestinale e della salute intestinale in genere, riequilibrio ormonale (per esempio ottimizzazione dei tassi di vitamina D, ma non solo), integrazione vitaminica (per correggere varie carenze come quelle di B12, disintossicare dai metalli tossici, ottimizzare la funzione mitocondriale[2]. La traduzione delle parti essenziali di tale articolo (e del successivo) la trovate in appendice al presente documento.

[1] Per maggiori dettagli sul protocollo e su ogni singolo passaggio descritto vedi https://www.apoe4.info/wiki/Bredesen_Protocol[2] Pubblicato su Aging (Albany NY). 2014 Sep; 6(9): 707–717; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4221920/.

Inoltre l’articolo Inhalational Alzheimer’s disease: an unrecognized—and treatable—epidemic, ovvero Morbo di Alzheimer da inalazione: un’epidemia non riconosciuta e curabile[3], spiega come una buona fetta dei casi di Alzheimer siano causati dalla presenza delle micotossine (tossine rilasciate da funghi e muffe). Tale articolo è una miniera di informazioni, tutte basate su una serie di lavori scientifiche della comunità internazionale e su alcune ricerche dello stesso Bredesen.

Nell’articolo leggiamo che l’Alzheimer di tipo 1 è caratterizzato da infiammazione sistemica, quello di tipo 2 da squilibrio e carenza ormonale, alti livelli di omocisteina e resistenza insulinica, e il tipo 3 è per lo più una manifestazione della sindrome CIRS, identificata grazie al lavoro del dottor R. Shoemaker e dei suoi colleghi, che hanno dimostrato come biotossine (micotossine e non solo) posso causare molti sintomi fisici ma anche mentali (sia come disturbi cognitivi che come depressione). [3] Pubblicato su Aging (Albany NY) 2016 Feb; 8(2): 304–313; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4789584/.

Tale Sindrome da Risposta Infiammatoria Cronica (chronic inflammatory response syndrome – CIRS) è dovuta non solo alla presenza nelle abitazioni di muffe quali StachybotrysPenicillium, o Aspergillus, ma anche ad altre bio-tossine, come quelle della Borrelia burgdorferi, agente patologico del morbo di Lyme, o le tossine di altri patogeni trasmessi dalle zecche, o tossine acquatiche come quelle dei dinoflagellati.

La grave sintomatologia scatenata dall’esposizione a queste tossine dipende molto però dalla predisposizione individuale, che è stata associata a precise caratteristiche genetiche. 

Il dottor Shoemaker e i suoi colleghi hanno sviluppato un regime terapeutico complicato, che comprende la fissazione delle tossine per mezzo di colestiramina, la cura di particolari batteri nella cavità nasale, la rimozione della fonte delle tossine, e la risoluzione di varie altre problematiche a livello ormonale, gastrointestinale e biochimico.

infiammazione

L’articolo succitato inoltre spiega come la beta amiloide sembra sia una risposta dell’organismo che serve a proteggere il cervello dalle tossine, che esse siano bio-tossine o metalli tossici. 

In effetti gli esami post mortem di cervelli di malati di Alzheimer hanno mostrato la presenza di funghi in diverse regioni cerebrali in contrasto con i soggetti del gruppo di controllo, che non avevano la patologia e non avevano infezioni cerebrali da funghi, e che ci sono altri studi che identificano nei malati di Alzheimer anche infezioni virali da Herpes simplex, o batteriche da P. gingivalis

Tutto questo fa pensare che il morbo di Alzheimer sia in realtà il risultato di una risposta protettiva a questi agenti infettivi ed alle tossine che essi producono.

colazione 2

Inoltre l’autore fa notare che l’amiloide β viene prodotta in risposta alle infezioni, che possiede proprietà antimicrobiche, e che è correlata alla risposta infiammatoria, e che la carenza di certi ormoni influenza la produzione dei peptidi dell’amiloide β.

Questi vari meccanismi potrebbero spiegare i primi due sottotipi di Alzheimer e le loro differenze. A ulteriore conferma e precisazione cito due articoli scientifici, il primo dei quali è Innate Immune and Fungal Model of Alzheimer’s Disease, ovvero Modello del morbo di Alzheimer basato sul Sistema immunitario e sui funghi[4] il quale conferma che “vari funghi e batteri possono formare colonie nel cervello nel cervello e produrre le alterazioni fisiche viste nel morbo di Alzheimer”.

[4] Pubblicato su Journal of Alzheimers Disease Reports. 2018; 2(1): 139–152, autore Bodo Parady; https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6159659/.

L’autore scrive inoltre che “L’essenza dello sviluppo del morbo di Alzheimer consiste nella sconfitta del sistema immunitario innato, che si verifichi a causa di stato di salute vulnerabile del paziente o a causa di un trattamento che sopprime l’infiammazione sopprimendo il sistema immunitario innato”.

Il secondo è Different Brain Regions are Infected with Fungi in Alzheimer’s Disease, ovvero Differenti regioni cerebrali sono infettate da funghi nel morbo di Alzheimer[5] che mostra le prove di come “il tessuto del sistema nervoso centrale (CNS) dei malati di Alzheimer contiene cellule fungine ed ife”. Infatti “Analisi di sezioni cerebrali di altri dieci malati di Alzheimer rivelano che esse sono tutte infettate da funghi.

[5] Pubblicato su Scientific Reports volume 5, Article number: 15015 (2015), autori Diana Pisa, Ruth Alonso, Alberto Rábano, Izaskun Rodal,  Luis Carrasco; https://www.nature.com/articles/srep15015.

L’infezione fungina è osservata anche nei vasi sanguigni, il che potrebbe spiegare la patologia vascolare frequentemente riscontrata nei malati di Alzheimer”. Particolare importante è l’assenza di infezione fungina nel sistema nervoso centrale degli individui sani del gruppo di controllo. Contro molte specie di funghi e contro altri patogeni sono efficaci aglio, olio essenziale di origano, olio essenziale di cannella cinese (col suo principio attivo cinnemaldeide)[6], trementina, decotto di foglie di ulivo, olio essenziale di fragonia[7].  

[6] Inhibitory Effect of Essential Oils on Aspergillus ochraceus Growth and Ochratoxin A Production pubblicato su PLoS One 2014; 9(9): e108285, autori Huijuan Hua, Fuguo Xing, Jonathan Nimal Selvaraj, https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4178002/.

[7] Molte informazioni al riguardo sono disponibili sul libro “Disbiosi”, reperibile  tramite i link su http://scienzamarcia.altervista.org/documenti.doc. ****

Michela Castellani
Michela Castellani
Senigallia (AN)
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Oggi ho fatto un viaggio bellissimo dentro me stessa accompagnata da Francesco. È stato emozionante ritrovarmi ... e per la prima volta in vita mia non ho avuto paura ... posso solo ringraziare quest'uomo che con la sua saggezza e semplicità mi ha fatto rinascere ❤️ Questo è solo l'inizio ... e so che con lui al mio fianco ce la farò!!! Grazie grazie grazie per il grande lavoro che fai con le Anime un po perse e stropicciate come la mia ❤️

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