La guarigione è integrazione

Secondo i dati Istat le donne vivono generalmente 6-8 anni più a lungo degli uomini. Vivere più a lungo non basta, occorre puntare ad un invecchiamento in buona salute mirando ad uno stile di vita anti-aging, i cui pilastri sono:

  1. Seguire un’alimentazione antinfiammatoria
  2. Mantenere di un BMI nella fascia del normopeso
  3. Svolgere regolarmente un’attività fisica adeguata
  4. Corretta igiene del sonno
  5. Gestione dello stress, rilassamento, meditazione
  6. Attenzione agli aspetti psicoaffettivi e alla socialità
  7. Limitare al minimo le esposizioni ad inquinanti ambientali

La menopausa è un momento fisiologico della vita della donna che coincide con il termine della sua fertilità. Questa fase è caratterizzata da una diminuzione degli estrogeni, che innesca i fastidiosi sintomi di vampate di calore, sudorazione notturna, disturbi del sonno e secchezza vaginale.

Tra questi sintomi della menopausa, molte donne riferiscono che le vampate di calore sono i più fastidiosi (Avis NE et al. 2001). I sintomi della menopausa dovuti alla diminuzione dei livelli di estrogeni possono influire in modo significativo sulla qualità della vita (Oldenhave A et al. 1993).

I fitoestrogeni sono composti vegetali con proprietà simili agli estrogeni (Bedell S et al. 2014). Le due principali classi di fitoestrogeni sono isoflavoni e lignani; i semi di soia sono ricchi di isoflavoni e i lignani si trovano nei semi di lino, nei cereali integrali, nei legumi, nella frutta e nella verdura (Thompson LU et al. 1991).

Le strutture chimiche degli isoflavoni e dei lignani sono simili a quelle dell’estradiolo e questi composti sembrano esercitare un effetto estrogenico o antiestrogenico a seconda del livello di estrogeni circolanti (cioè esercitano un effetto antiestrogenico quando il livello di estrogeni circolanti è alto, ma quando il livello di estrogeni è basso, il loro effetto diventa più estrogenico) (Bedell S et al. 2014).

C’è molto interesse nell’uso dei fitoestrogeni per trattare i disturbi legati alla menopausa, in parte perché i sintomi vasomotori sono molto meno frequenti nelle donne asiatiche rispetto alle donne che vivono in America o in Europa (Freeman EW & Sherif K. 2007), e perché la dieta asiatica essendo ricca di fitoestrogeni può essere un fattore che contribuisce positivamente (Messina M et al. 2006).

In Giappone le donne assumono con la dieta una dose giornaliera di isoflavoni compresa tra 20 e 80 mg, in Asia una dose di circa 45mg e in America e Europa una dose tra 1 e 3 mg (Boker LK et al. 2002). Gli isoflavoni, presenti nei legumi come la soia, vengono trasformati a livello intestinale in sostanze che svolgono un’azione estrogenica.

Numerosi studi hanno dimostrato gli effetti benefici della soia nella riduzione delle vampate di calore. In uno studio l’aggiunta di 45g di soia diminuisce le vampate del 40% (Murkies AL et al. 2002).

È stata valutata anche l’azione benefica della soia sul metabolismo osseo. Anderson e colleghi (Anderson JB & Sanford C Garner 1997) hanno dimostrato che la genisteina, un isoflavone della soia, stimola gli osteoblasti, cellule deputate al rinnovamento osseo.

Gli alimenti che contengono fitoestrogeni e possono essere di aiuto in menopausa sono:

  • Legumi, in particolare la soia e i ceci;
  • Sedano;
  • Semi di: lino, sesamo, zucca, papavero, girasole, finocchio;
  • Cereali integrali come riso, avena, grano, orzo e segale;
  • Frutta tra cui mele, prugne, ciliegie, frutti rossi, agrumi, melograno, albicocche essiccate;
  • Verdure: crucifere, carote;
  • Patate dolci;
  • Erbe: trifoglio rosso, radice di liquirizia;
  • Aglio;
  • Germogli alfa alfa.

Squilibrio metabolico

Quando calano gli estrogeni la donna è più esposta al rischio di patologie cardiovascolari (infarto cardiaco, ictus cerebrale, ipertensione) e osteoarticolari (soprattutto osteoporosi).

Fino alla menopausa, le donne hanno un rischio cardiovascolare inferiore a quello degli uomini grazie alla presenza degli estrogeni. La situazione si ribalta completamente durante la menopausa quando gli estrogeni calano e le patologie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte per la donna in menopausa.

In questa fase è necessario, inoltre, mantenere un adeguato equilibrio metabolico. Sovente, nelle donne in menopausa si verifica un ’aumento del peso corporeo con accumulo di grasso viscerale e addominale, e tale accumulo può in parte spiegare l’aumento di rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche (Toth MJ et al. 2000).

È necessario, infatti, intervenire nel contenimento del sovrappeso che può evolvere in obesità aumentando notevolmente il rischio di eventi cardiovascolari dopo i 50 anni.

La menopausa si colloca tra i fattori indipendenti di rischio cardiovascolare insieme al diabete mellito, all’inattività fisica o all’HDL ridotto (Schenk-Gustafsson K 1996).

Gli estrogeni solitamente contribuiscono al mantenimento dell’omeostasi pressoria con effetto a breve termine (vasodilatatorio e antipertensivo) e con azione diretta legata all’interazione degli estrogeni stessi con le cellule muscolari lisce della parete vasale e con conseguente modifica dei canali del potassio e del calcio attraverso la stimolazione della produzione di ossido nitrico (NO) con azione vasodilatatoria, da parte delle cellule endoteliali.

L’effetto a lungo termine è di tipo vasoprotettivo e genomico (Mendelsohn ME et al. 1994; Stefano GB et al. 2000). Anche il progesterone sembra indurre una vasodilatazione endotelio-dipendente in modalità dose-dipendente (Miller VM et al. 1991; Jiang CW et al. 1992).

Il progesterone, infatti, inibisce la proliferazione delle cellule muscolari lisce e delle pareti vasali, insieme a tutti quei processi di rimodellamento vasale associati ad ipertensione e patologia aterosclerotica (Dubey RK. et al. 1998). Con l’avanzare dell’età oltre ai cambiamenti ormonali si verifica un fenomeno comune ai due sessi chiamato inflammaging.

Inflammaging è un termine che comprende due parole: infiammazione ed invecchiamento e si riferisce alla correlazione bidirezionale dei processi che portano all’invecchiamento con l’infiammazione cronica silente di basso grado (low grade chronic inflammation).

Pur non essendo la diretta causa di patologie, l’inflammaging sembra rappresentarne uno dei principali fattori di rischio. Basti pensare a tutte le patologie associate all’invecchiamento a loro volta legate ad infiammazione: le malattie cardiovascolari e neurodegenerative, il diabete di tipo 2 e i tumori.

Questo processo si associa frequentemente ad uno sbilanciamento tra l’eccessiva produzione di radicali liberi (ROS) e la ridotta produzione di difese antiossidanti endogene (Franceschi C et al. 2000).

Oltre a promuovere uno stile di vita corretto e attivo, è necessario, in questa nuova fase di vita, sostenere la salute del sistema immunitario contrastando l’aumento dell’infiammazione con sostanze naturali e con la giusta dieta antinfiammatoria, promuovendo la fase della risoluzione dell’infiammazione attraverso l’uso delle proresolvine

Bibliografia scientifica: Salute della Donna Metagenics

 

Camilla Corrado
Camilla Corrado
Estetista Imperia
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Meraviglioso viaggio dentro se stessi ove il capitano vi farà scoprire luoghi inesplorati ... 💞🌈🙏❤️

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