Se si decide di rimuovere un dente devitalizzato riconosciuto come causa di malattia,
occorre però fare le cose per bene, dal momento che ai dentisti viene insegnato a rimuovere il dente ma non il legamento parodontale; tale legamento, una volta estratto il dente, non è più legato ad un tessuto vitale, e finisce facilmente per nutrire dei pericolosi batteri anaerobi.
Chi invece ha studiato questo tipo di problematica consiglia di rimuovere il legamento, e con esso un millimetro della parete ossea della cavità nella quale era inserito il dente, in modo da minimizzare il rischio di un’infezione.

Se il dente è devitalizzato da molto tempo, al problema della devitalizzazione potrebbe sommarsi quello della cavitazione (infezione ed infiammazione dell’osso mandibolare in prossimità del dente in questione).
Occorre quindi rivolgere ad un dentista valido con esperienza nel campo di questo tipo di bonifica, uno dei pochi in grado di leggere una radiografia per valutare le eventuali differenze di densità ossee tipiche delle cavitazioni, e capace anche di rimuovere con precisione le eventuali zone di osso infetto.

A tale scopo è utile possedere degli strumenti piezoelettrici e possibilmente anche l’ozono per disinfettare per bene l’osso ad operazione ultimata.
Va detto che ci sono anche testimonianze di guarigione dalle cavitazioni con la semplice iniezione di ozono nelle zone interessate (tale tecnica però può funzionare solo se il livello di mercurio nel corpo del paziente è contenuto),

e che mezzi più efficaci per verificare lo stato dell’osso mandibolare sono il cavitat (uno strumento ad ultrasuoni e quindi poco invasivo) che però è disponibile solo presso alcuni studi di dentisti in Germania, o la TAC cone-beam, che al contrario è disponibile presso numerosi laboratori di diagnostica per immagini in tutta Italia, ma presenta lo svantaggio di fare assorbire al paziente una certa dose di radiazioni.
Rimosso un dente problematico si possono utilizzare protesi mobili (dentiere) o impianti.

Questi ultimi però sono costosi e personalmente a me l’idea di mettere una sostanza estranea e fissarla con un perno nell’osso mandibolare non piace per niente (anche se posso comprendere che in certi casi un impianto sia utile per bilanciare la chiusura delle arcate dentali e risolvere problemi di mal occlusione).
Se decidete di utilizzare un impianto pensateci bene, e valutate i diversi tipi di materiale (ce ne sono in circolazioni di pericolosi, magari molto economici ma potenzialmente tossici).

Bisogna poi fare attenzione alla presenza di eventuale bimetallismo che crea dannose correnti galvaniche.
Per portare ulteriori prove e conferme di quanto su esposto cito l’’articolo Persistent extraradicular infection in root-filled asymptomatic human tooth: scanning electron microscopic analysis and microbial investigation after apical microsurgery ,
che discute il caso di una devitalizzazione non andata a buon fine, associata a periodontite con proliferazione dei seguenti batteri Actinomyces naeslundii Actinomyces meyeri, Propionibacterium propionicum, Clostridium botullinum, Parvimonas micra, Bacteroides ureolyticus.

L’articolo Case of alopecia areata originated from dental focus descrive un caso di alopecia areata, malattia autoimmune che causa la perdita di pelo e capelli, che è guarita dopo la rimozione di diversi denti devitalizzati; alcuni di essi avevano una lesione periapicale, altri sono stati rimossi per altre ragioni.
Ovviamente di tale caso si può dare un’interpretazione buonista (a volte le devitalizzazioni non riescono bene) o una un po’ più negativa (se a volte causano tutti questi problemi che si rischia a fare?), ma sta di fatto che in una stessa persona ci si trova di fronte ad una malattia guarita solo rimuovendo 4 denti devitalizzati ed un dente del giudizio.

Che questi problemi non sono poi tanto rari lo si vede dal congruo numero di articoli dedicati a studiare tale questione, come ad esempio Causes and management of post-treatment apical periodontitis , nel quale si nomina ancora una volta la periodontite apicale (persistente, emergente o ricorrente) come una delle manifestazioni più comuni del fallimento della devitalizzazione.
Per quanto riguarda la sicurezza delle sostanze utilizzate per la devitalizzazione del dente, ci sono vari studi che affermano che tra i vari composti utilizzati per riempire il dente svuotato alcuni sono più o meno tossici degli altri riguardo a questo o quell’aspetto; il quadro che ne viene fuori è ben poco consolante. Gli studi che ho consultato sono i seguenti:

Toxicity evaluation of root canal sealers in vitro , A comparative tissue toxicity evaluation of established and newer root canal sealers, Toxicity of concentrated sodium hypochlorite used as an endodontic irrigant , Root canal sealers induce cytotoxicity and necrosis,
Long-term cytocompatibility of various endodontic sealers using a new root canal mode, , In vitro cytotoxicity of root canal filling materials: 1. Gutta-percha, Effects of root canal sealers on immunocompetent cells in vitro and in vivo.
Ma veniamo al problema centrale della devitalizzazione:
può causare malattie croniche e debilitanti? Il solo fatto che può causare periodontite è già di per sé una possibile causa di malattie (vedi più avanti), ma a parte questo è interessante leggere quanto scritto nell’articolo Root canal treatment and general health:

a review of the literature (“Devitalizzazione del dente e salute generale: una rassegna della letteratura”) che si basa sulla consultazione di ben 300 studi scientifici.
Nell’abstract dell’articolo si riepiloga la storia della denuncia della potenziale pericolosità dei denti devitalizzati (e non solo) da parte di diversi dentisti dei primi anni del ‘900 e poi si afferma che ricerche recenti stanno portando nuove prove a questa vecchia “teoria focale” che nel frattempo era caduta in discredito, mostrando come malattie cardiache e malattie sistemiche possono essere originate da un problema dentale.

Con le nuove moderne procedure di laboratorio, ci informa l’articolo, è stato confermato che batteri rilevati nel sangue periferico avevano avuto origine nella devitalizzazione.
Ciò vuol dire che sia diffusione di infezioni, che la diffusione di tossine dal sito del dente devitalizzato, possono essere una potenziale causa di patologie.
A quanto pare quei dentisti del 900 che riportavano incredibili guarigioni da varie malattie dopo l’estrazione di denti devitalizzati avevano ragione da vendere, anche se non avevano i mezzi per eseguire le analisi approfondite di cui adesso si è dotata la scienza medica.
Alcuni interessanti siti inglesi per approfondire l’argomento sono:
• Weston A. Price Foundation: http://www.westonaprice.org/
• Price-Pottenger Foundation: http://ppnf.org/product/books-1/root-canal-cover-up/
• Weston A. Price Foundation June 25, 2010:
http://www.westonaprice.org/holistic-he…/root-canal-dangers/
• The Wealthy Dentist July 12, 2011: http://www.thewealthydentist.com/…/root-canals-are-the-mos…/
• ToxicTeeth.org: http://www.toxicteeth.org/dentistsDoctorsProducts.aspx
• The Truth About Root Canals and Cancer: http://www.americanaci.org/aaci-blog/first-post
Pubblicato su Journal of Endodontics 2011 Dec;37(12):1696-700, autori Signoretti F G, Endo M S et al.;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22099908.
Pubblicato su Journal of IMAB – Annual Proceeding (Scientific Papers) 2014, vol. 20, issue 5, autori Atanaska Dinkova, Donka Kirova, Galina Gavasova, Martin Drangov, Dimitar L; http://www.journal-imab-bg.org/…/JofIMAB_2014-20-5p669-673.….
Pubblicato su British Dental Journal 216, 305 – 312 (2014), autori J. F. Siqueira, Jr, I. N. Rôças, D. Ricucci & M. Hülsmann; http://www.nature.com/…/j…/v216/n6/full/sj.bdj.2014.200.html
Pubblicato su International Endodontic Journal 2008 Jan;41(1):72-7, autori Lodiene G, Morisbak E, Bruzell E, Ørstavik D;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17931390.
Pubblicato su Oral Surgery Oral Medicine & Oral Pathology 1988 Apr;65(4):459-67, autori Yesilsoy C, Koren L Z, Morse D R, Kobayashi C;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/3163136.
Pubblicato su Internationa Endodontic Journal 2004 Apr;37(4):272-80, autori Gernhardt C R, Eppendorf K, Kozlowski A, Brandt M;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15056354.
Pubblicato su Journal of Material Science. Materials in Medicine, 2004 Jul;15(7):767-71, autori Huang T H, Ding S J, Hsu T Z, Lee Z D, Kao C T;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15387412.
Pubblicato su Journal of Endodontics 2002 Nov;28(11):749-53, autori Schwarze T, Leyhausen G, Geurtsen W;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12470017.
Pubblicato su Journal of Endodontics 1990 Sep;16(9):429-33, autori Pascon E A, Spångberg L S; http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2098460.
Pubblicato su International Endodontic Journal 1998 May;31(3):178-88, autori Bratel J, Jontell M, Dahlgren U, Bergenholtz G;http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10321164
