I rimedi pe prendersi cura di Sé
Il D-mannosio si lega selettivamente all’estremità dei pili di tipo 1 con cui i batteri uropatogeni (UPEC in particolare, ma anche Klebsiella pneumoniae, Shigella flexneri, Salmonella typhimurium, Serratia marcescens e Enterobacter cloacae) si legano all’urotelio.
Di fatto, quindi, impedisce la colonizzazione dei microrganismi patogeni che vengono di conseguenza eliminati nelle urine.
Diversi studi RCT hanno valutato l’efficacia della somministrazione di D-mannosio in pazienti con infezioni ricorrenti delle vie urinarie, in combinazione con il trattamento antibiotico oppure da solo, e in associazione ad altre sostanze bioattive.

Complessivamente emerge che il D-mannosio è efficace nel ridurre l’incidenza di infezioni ricorrenti sia quando usato con l’antibiotico che da solo; può essere utilizzato anche in associazione con altre rimedi titolati bioattivi.
Benché nei vari studi si sono utilizzati dosaggi diversi, l’utilizzo di 2 grammi al giorno sembra essere il dosaggio a maggiore efficacia.
Gli studi clinici hanno dimostrato inoltre che il D-mannosio è ben tollerato, con pochissimi effetti avversi, più che altro a carico del tratto gastrointestinale, per dosaggi superiori a 2 grammi al giorno e per lunghe somministrazioni (Lenger SM et al. 2020; De Nunzio C et al. 2021).

L’estratto di tè verde è ricco in catechine, in particolare epigallocatechina gallato (EGCG) e epicatechina gallato
(ECG): queste molecole, oltre al noto effetto antiossidante e antitumorale, possiedono anche azione antimicrobica su molti batteri, compreso Escherichia coli, funghi e virus (Teixeira AM & Sousa C 2021).
Le catechine danneggiano la membrana cellulare batterica, ne alterano il funzionamento e favoriscono la produzione di perossido d’idrogeno con azione battericida (Noormandi A & Dabaghzadeh F 2014);
inoltre, agiscono in modo sinergico a diversi antibiotici, come amoxicillina, sulfametossazolo, azitromicina, levofloxacina, gentamicina e ciprofloxacina, in molti casi aumentando la suscettibilità del batterio all’azione del farmaco (Renzetti A et al. 2020).

L’associazione con vitamina C e curcumina aumenta la biodisponibilità delle catechine del tè verde (Cai ZY et al. 2018). La vitamina C, o acido ascorbico, grazie alla sua azione debolmente acidificante urinaria, favorisce la trasformazione dei nitriti, prodotti nelle urine dai batteri responsabili dell’infezione, in ossido nitrico (NO), molecola con effetto batteriostatico (Carlsson S et al. 2001).
Il mirtillo rosso americano (Vaccinium macrocarpon), più noto come cranberry, è una pianta appartenente alla famiglia delle Ericacee che produce bacche rosse con un elevato contenuto di proantocianidine (PAC), di acido ursolico, di fruttosio, di catechine, di acido ascorbico e di flavonoidi.
Le proantocianidine, in particolare quelle di tipo A (PAC-A), hanno proprietà antiossidanti e antimicrobiche. Le PAC-A impediscono l’interazione tra le fimbrie P del batterio e i recettori glicolipidici della membrana delle cellule uroteliali.

Il fruttosio inibisce il legame dei pili di tipo 1 alle uroplachine mannosilate. L’acido ursolico inibisce la formazione del biofilm (Sihra N et al. 2018). I polifenoli del cranberry esercitano azione prebiotica sul microbioma intestinale, modulano la sua composizione e riducono la disbiosi;
questo effetto è particolarmente rilevante se consideriamo che l’intestino costituisce un reservoir di batteri responsabili dello sviluppo di infezioni ricorrenti delle vie urinarie (González de Llano D et al. 2020).
Recenti revisioni sistematiche con metanalisi di studi RCT hanno dimostrato che il cranberry è efficace nel ridurre l’incidenza di infezioni ricorrenti del tratto urinario. Il dosaggio raccomandato di PAC-A per somministrazione giornaliera, e quello più studiato in letteratura, va da 18 a 36 mg/die (Fu Z et al. 2017; Luís  et al. 2017).

Il cranberry agisce in sinergia con altre sostanze bioattive, come il D-mannosio (Salinas-Casado J et al. 2020), la vitamina C (Montorsi F et al. 2016), il timolo e l’acido caprilico (Kim HW et al. 2019).
La quercetina è un flavonoide appartenente al gruppo dei flavonoli che troviamo naturalmente in molti vegetali quali i capperi, la cipolla, la mela, i frutti di bosco e il sedano.
Esercita azione immunomodulante, antiossidante, antinfiammatoria ed è in grado di inibire la formazione del biofilm da batteri patogeni quali Enterococcus faecalis, Staphylococcus aureus, Streptococcus mutans, Escherichia coli e Pseudomonas aeruginosa. La sua azione antibiofilm si esercita mediante (Memariani H et al. 2019; Sreelatha S & Jayachitra A 2018):

- la prevenzione dell’adesione batterica
- l’alterazione del quorum sensing; l’alterazione della membrana cellulare del patogeno
- l’inibizione delle pompe di efflusso; Il contrasto alla sintesi di acidi nucleici del patogeno.
Il 2’-fucosillattosio, oligosaccaride del latte materno (HMO), esercita numerosi effetti benefici (Salamone M & Di Nardo V 2020), potenzialmente anche nel contrasto alle IVU:
- è un prebiotico selettivo bifidogenico (favorisce lo sviluppo dei Bifidobatteri a scapito di potenziali patogeni
- favorisce la produzione di acidi grassi a catena corta
- limita l’adesione dei patogeni alla mucosa intestinale
- modula la risposta del sistema immunitario favorendo un fenotipo tollerante e antinfiammatorio; modula la contrattilità neuro muscolare.

È stato dimostrato che il 2’-fucosillattosio viene assorbito, anche se in piccola parte, ed escreto nelle urine
(Vazquez E et al. 2017), dove protegge l’urotelio dall’invasione da parte dell’UPEC, ne previene il danno citotossico e la risposta infiammatoria (Lin AE et al., 2014).
La bassa incidenza di infezioni urinarie nei neonati allattati al seno può essere spiegata proprio dall’azione protettiva esercitata dagli HMO.
La carenza di vitamina D si associa ad un maggiore rischio di sviluppare un’infezione ricorrente delle vie urinarie (Ali SB et al. 2020).

La supplementazione di vitamina D rinforza le funzioni di barriera dell’epitelio vescicale durante l’infezione da Escherichia coli, stimolando la sintesi di occludina e claudina-14 (Mohanty S et al. 2020).
Oltre alla nota attività antinfiammatoria e antiossidante, la curcumina della Curcuma longa ha dimostrato in vitro di inibire la formazione di biofilm, agendo in particolar modo su Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa PAO1, Proteus mirabilis e Serratia marcescens (Packiavathy IA et al. 2014).
Studi in vivo nel modello murino hanno confermato l’efficacia della curcumina nel (Xue WY et al. 2017):
- ridurre i sintomi dell’infezione cronica del tratto urinario
- proteggere le funzioni renali
- ridurre la risposta infiammatoria.

L’alimentazione deve svolgere un ruolo sinergico al trattamento farmacologico e alla integrazione negli interventi mirati alla risoluzione delle infezioni ricorrenti nel tratto urinario.
Una dieta ricca di frutta e verdura, con elevato apporto di polifenoli e antiossidanti, può ridurre del 16% l’incidenza di infezioni ricorrenti rispetto a diete ricche di carne, in particolare di pollo e di maiale.
Questo effetto è più evidente nelle donne non fumatrici e per le cistiti non complicate (Chen YC et al. 2020).
La carne di maiale e soprattutto di pollo può costituire un vettore di microrganismi uropatogeni come l’E. coli e lo S. saprophyticus (Lawal OU et al. 2021; Manges AR 2016).

Può essere utile anche consumare alimenti fermentati come lo yogurt e il kefir, almeno 3 volte alla settimana (Sihra N et al. 2018; Kontiokari T et al. 2003).
Durante gli episodi acuti sarebbe utile ridurre il consumo di caffè (non più di 2 volte al giorno) e di bevande gasate, che aumentano la sintomatologia (Maserejian NN et al. 2013), e di aumentare il consumo di succo di mirtillo rosso americano (Kontiokari T et al. 2003).
Altri suggerimenti utili per la paziente sono:

- bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno
- evitare di trattenere l’urina
- regolarizzare il transito intestinale
- avere una corretta igiene intima
- evitare saponi troppo aggressivi
- evitare indumenti intimi e pantaloni troppo stretti
- supportare la salute del sistema immunitario
- ridurre lo stress.

Bibliografia scientifica: Libro salute della Donna Metagenics
