Infertilità maschile

Le infezioni possono compromettere la fertilità maschile, sono in grado di causare reazioni infiammatorie, stimolano la produzione di anticorpi antispermatozoo, aumentano la produzione di radicali liberi dell’ossigeno da parte dei leucociti del liquido seminale ...

Relazione tra sintomo e causa

Le variabili che concorrono all’infertilità maschile sono molteplici e possono presentare una base genetica o possono essere legate allo stile di vita e alle esposizioni ambientali. I principali fattori di rischio sono i seguenti:

flogistico-infettivi: le infezioni possono compromettere la fertilità maschile, sono in grado di causare reazioni infiammatorie, stimolano la produzione di anticorpi antispermatozoo, aumentano la produzione di radicali liberi dell’ossigeno da parte dei leucociti del liquido seminale e ostruiscono i vasi deferenti e l’epididimo;

immunologici: la presenza di anticorpi antispermatozoo (ASA) si associa ad una ridotta capacità riproduttiva determinando processi di agglutinazione e riduzione della motilità spermatica, possono essere presenti anche senza spermioagglutinazione che a sua volta può essere causata da altri fattori rispetto agli anticorpi antispermatozoo.

neuroendocrini: determinano anomalie nella produzione e nella maturazione degli spermatozoi. Il problema ormonale più comune è rappresentato dall’ipogonadismo o dall’ipogonadismo-ipogonadotropo che consiste in una diminuzione del rilascio di gonadotropine ipofisarie (FSH e LH), responsabili della produzione di testosterone e del liquido seminale.

Raramente anche l’ipertiroidismo e l’ipotiroidismo possono determinare infertilità maschile in quanto esercitano effetti negativi sul funzionamento sia dell’ipofisi che dei testicoli.

Negli ultimi anni sta emergendo l’impatto di alcune sostanze definite come interferenti endocrini o “endocrine disruptors”, sul tratto riproduttivo maschile. In particolare, il possibile ruolo negativo svolto da alcune so – spermastanze ad attività ormonale come per esempio l’uso di ormoni per scopi sportivi, esposizioni a pesticidi o inquinanti ambientali, in grado di alterare i parametri seminali (Bonde JP et al. 2016);

vascolari: il varicocele è una patologia molto comune che rappresenta un importante fattore di rischio. Consiste in una dilatazione delle vene della sacca scrotale, con conseguente reflusso e stasi del sangue nel testicolo.

La stasi può determinare una diminuzione della qualità del liquido seminale, causando ipossia nel tessuto interstiziale del testicolo e un leggero aumento della temperatura testicolare, che può di per sé danneggiare gli spermatozoi;

testicolari: comprende anomalie genitali, tra cui la torsione del funicolo testicolare e il criptorchidismo unilaterale o bilaterale; quest’ultimo è caratterizzato dalla mancata discesa di uno o di entrambi i testicoli nella sacca scrotale (Skakkebaek NE et al. 2016).

età: la capacità riproduttiva subisce un declino con l’avanzare dell’età non solo nella donna ma anche nell’uomo. Con l’avanzare dell’età degli uomini i livelli di testosterone sia totale che libero diminuiscono, mentre aumentano i livelli di SHBG e di gonadotropina (Skakkebaek NE et al. 2016).

Anche i parametri del seme iniziano a cambiare, peggiorando (Kasman AM et al. 2020) insieme ai tassi di successo di cicli di fecondazione assistita che peggiorano all’aumentare dell’età paterna (Frattarelli JL et al. 2008). Inoltre, dopo i 40 anni, gli uomini possono presentare con maggiore frequenza danni al DNA nei loro spermatozoi (Vaughan DA et al. 2020).

stile di vita: così come per la donna anche per l’uomo il consumo di alcool, caffeina, fumo, errate abitudini alimentari e sovrappeso possono influire negativamente sui parametri seminali e sulla fertilità maschile (Sharma R et al. 2016;

L'alimentazione dell'uomo

Una dieta sana può portare ad una maggiore motilità degli spermatozoi. Per sostenere la salute riproduttiva dell’uomo consigliamo un adeguato apporto di:

  • verdure, soprattutto quelle a foglia verde, legumi (tranne la soia),
  • proteine: carenze nell’apporto proteico provocano una scarsa qualità dello sperma, un’alterata morfologia e motilità. L’intero spermatozoo (testa, corpo e coda) è dipendente dal normale metabolismo proteico,
  • alimenti ricchi di magnesio e zinco, quali frutta secca, verdure, ostriche, uova,

frutta ricca di antiossidanti quali kiwi, agrumi, frutti di bosco. Karmon AE et al. 2017; Salas-Huetos A et al. 2017; Oztekin U et al. 2020).

Essendo lo spermatozoo una cellula molto piccola, è molto più soggetta ai danni derivati dallo stress ossidativo, quindi è necessaria una dieta ricca di antiossidanti.

Diversi studi hanno dimostrato che l’integrazione di antiossidanti migliora sia la qualità spermatica e sia il tasso di gravidanza naturale (9% vs 3% del gruppo placebo) (Ross C et al. 2010). Ci sono delle vitamine e oligoelementi fondamentali per la salute degli spermatozoi:

Vitamina E – Aiuta a preservare gli acidi grassi polinsaturi delle membrane degli spermatociti difendendoli dai radicali liberi. La vitamina E aumenta la capacità degli spermatozoi di fecondare un uovo durante la fecondazione in vitro.

Una sua carenza prolungata può portare alla degenerazione del tessuto dei testicoli. Fonti: uova, patate dolci, verdure a foglie, semi di girasole, mandorle, pinoli, olive, albicocche essiccate, avocado.

Selenio – Serve per la formazione degli spermatozoi e per mantenerne una buona concentrazione. È importante per la sintesi di testosterone. Protegge le cellule seminali dai danni derivanti dai radicali liberi.

L’integrazione in uomini infertili aumenta la conta spermatica, la motilità e il numero di forme normali. (Safarinejad MR et al. 2010). Fonti: tonno, aringa, cereali in grano, semi di sesamo, uova, noci brasiliane, anacardi

Zinco – È necessario per:

  • la produzione spermatica
  • il metabolismo del testosterone
  • la crescita dei testicoli
  • la motilità e morfologia.

L’integrazione di zinco migliora i parametri spermastanze tici con una riduzione significativa della frammentazione del DNA spermatico e promuove la produzione di testosterone (Omu AE et al. 2008).

Lo zinco aiuta a ridurre l’eccesso di estrogeni nei tessuti dell’apparato riproduttivo maschile. Un’integrazione di Zinco e folati in uomini sub-fertili aumenta significativamente (74%) il numero di spermatozoi. (Wong WY et al. 2002).

Fonti: pollame, pesce, crostacei e molluschi, uova, semi di girasole e di zucca, avena.

Acidi Grassi Essenziali – Lo spermatozoo contiene alte concentrazioni di acidi grassi Ω3 (soprattutto DHA). L’acido docosaesaenoico o DHA è presente soprattutto nella coda dello spermatozoo e si ritiene sia collegato alla normale motilità.  Gli Ω3 aiutano nella capacità degli spermatozoi di fecondare un uovo.

Bassi livelli di Ω3 si correlano ad un aumento delle forme di anomalie spermatiche (Aksoy Y et al. 2006).

Gli uomini affetti da oligoastenoteratozoospermia con bassi livelli di EPA e DHA possono beneficiare della supplementazione di Ω3, con un aumento della conta spermatica (Safarinejad MR 2011).

È utile quindi, oltre all’integrazione, aggiungere alla dieta fonti di acidi grassi insaturi come quelli che si trovano nel pesce azzurro, nel sesamo, nelle mandorle, nei semi di lino, nelle nocciole, nelle noci pecan, nei semi di zucca, nei semi di girasole, nei pinoli, nelle noci, nelle olive, nell’avocado.

Vitamine Del Gruppo B – (soprattutto folati e cobalamina) sono necessari per uno sperma sano e per la sintesi proteica. I folati (vitamina B9) e la cobalamina (vitamina B12) sono concentrati all’interno della testa dello spermatozoo e sono nutrienti essenziali e vitali per la produzione e la sopravvivenza degli spermatozoi.

L’Integrazione di folati migliora la concentrazione e la motilità degli spermatozoi (Azizollahi G 2013).

Fonti di folati: verdura a foglia verde, asparagi, broccoli, carciofi, cavolini di Bruxelles, legumi, fichi secchi, avocado.

Bibliografia scientifica: Salute della Donna Metagenics

Alberto Boraso
Alberto Boraso
Varese
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