Grassi e impatto glicemico

Una dieta ipolipidica può causare stanchezza, sbalzi d’umore, senso di fame, squilibri ormonali, infertilità, tendenza a mangiare di più, resistenza all'insulina, problemi digestivi e disturbi cognitivi

Impatto glicemico

I grassi, oltre ad avere un elevato potere saziante, sono la gamma di macronutrienti che meno di tutti impatta sul livello glicemico.

I grassi svolgono un ruolo fondamentale nell’assimilazione dei nutrienti cellulari liposolubili che comprendono le vitamine A, D, E, K, e alcuni antiossidanti[912] come la luteina, il betacarotene, il licopene, la vitamina D e altri.

Di conseguenza, aggiungere dei grassi sani a un pasto ricco di verdure migliora l’assorbimento di vitamine e di preziose sostanze antiossidanti. Non tutti i grassi influenzano il corpo allo stesso modo.

Quelli lavorati e raffinati sono nocivi, mentre se sono grassi naturali e privi di trattamenti, mantengono delle proprietà benefiche che promuovono la longevità. 

Una dieta ipolipidica può causare stanchezza, sbalzi d’umore e senso di fame. In particolare, tra i rischi di un regime alimentare con pochi grassi, sono stati segnalati:

squilibri ormonali e infertilità[913], tendenza a mangiare di più, riduzione della spesa energetica e resistenza all’insulina[914], problemi digestivi [915] con ristagno di bile [916], disturbi cognitivi e altro ancora.

In modelli animali, una dieta elevata in grassi durante la gestazione, appositamente studiata per mantenere un corretto peso forma, riduce le manifestazioni di ansia, stress e depressione nelle madri e protegge le funzioni cognitive del nascituro[917].

Un’alimentazione ricca di grassi e povera di carboidrati riduce il sovrappeso, i livelli glicemici e i farmaci ipoglicemizzanti orali, molto meglio delle diete tradizionali [918]. 

Studio clinico

A parità di calorie, rispetto ad altre diete, la restrizione glucidica, compensata da un maggior apporto di grassi, migliora la sindrome metabolica indipendentemente dalla perdita di peso[919].

Lo studio dimostra gli effetti metabolici di una dieta ricca di grassi, senza puntare al dimagrimento tramite restrizione calorica.

Sedici individui obesi con diagnosi di sindrome metabolica sono stati nutriti per 4 settimane con tre diete diverse (basso, moderato e alto apporto glucidico), studiate per mantenere il peso.

L’apporto proteico è stato mantenuto costante, mentre l’apporto di grassi è stato scambiato con i glucidi, mantenendo stabile il livello calorico complessivo.

I miglioramenti più robusti sono stati nelle lipoproteine circolanti e nella composizione degli acidi grassi dopo la dieta Low-Carb.

In particolare, la dieta LC (Low-Carb) ha migliorato l’ossidazione dei grassi e l’ipertrigliceridemia, nonostante l’elevata quota lipidica presente nella dieta.

La riduzione di carboidrati alimentari si direbbe abbia avuto un significativo controllo sul metabolismo lipidico intravascolare, a prescindere dalle calorie totali e dalla lipolisi netta in individui con obesità e sindrome metabolica.

Lo studio ha dimostrato che gli effetti benefici della dieta low-carb sulla sindrome metabolica si verificano indipendentemente dalle variazioni della massa corporea e si estendono anche ai marcatori aterogeni, comprese le sottoclassi di lipoproteine e la relativa abbondanza di acidi grassi.

Grassi idrogenati

Nella storia dell’alimentazione degli ultimi cento anni, è stata diffusa l’idea che i grassi fanno male e i carboidrati fanno bene, nonostante il numero di studi incompatibili con questa tesi superasse di gran lunga quelli in suo favore [920],[921].

Sono emersi gravi danni alla salute, in seguito a: introduzione massiccia nell’alimentazione di grassi trans artificiali, ottenuti da processi di idrogenazione e utilizzati a livello industriale.

Una mossa che è stata collegata a più di mezzo milione di morti per cardiopatia coronarica in tutto il mondo, solo nel 2010[922]. Diffusione e promozione di oli di semi, come l’olio di mais, soia, cartamo, cotone, girasole, vinaccioli, arachidi e canola[923].

Riduzione dell’apporto di grassi saturi naturali da animali, accompagnato da un aumento del consumo di carboidrati, decretando un raddoppio dei casi di diabete tra il 1997 e il 2007[924].

Benché il grasso trans artificiale sia stato giudicato categoricamente dannoso, l’effetto rilevato sui lipidi dell’organismo umano assomiglia a quello del grasso trans naturale [925].

Tuttavia, le quantità di grassi trans naturali, presenti nella carne, sono state giudicate sicure e non creano problemi [926],398. Uno studio del 2016 ha anche scoperto che i grassi trans artificiali sono associati a cattivo umore e depressione [927].

Il grasso trans prodotto industrialmente è stato vietato negli Stati Uniti a partire dal 2015, con una proroga fino a luglio 2019[928]. 

In Europa, a partire dal 2021*, vengono ridotti a 2g per ogni 100 grammi di alimento, senza tener conto che anche piccole dosi possono avere un effetto dannoso * https://ec.europa.eu/food/safety/labelling_nutrition/trans-fat-food_en

Gabriella Patriarca
Gabriella Patriarca
Vercelli (VC)
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Ciao Francesco, eccomi! Ringrazio la Vita che mi ha indicato la Via da percorrere… per incontrare Te! Mi hai teso la mano, mi hai consegnato le chiavi per possibili scelte di guarigione, dall’aspetto fisico che mentale…per arrivare a comprensioni di profondità della psiche fino ai piani sottili della spiritualità… ho riconosciuto la mia anima, ho scoperto che esisto…ora in risonanza, tutti insieme, passo dopo passo, cammino per un unico sentire: raggiungere la bellezza di essere il titolare della mia Vita e cercare la luminosità di essere il capitano della mia Anima! Grazie della pazienza che hai avuto nell’insegnarmi a camminare da sola! Complimenti per il tuo sito e per le preziose chicche che trasmetti sui social! Ti auguro di continuare meravigliosamente nella tua missione terrena! Con riconoscenza, Gabriella Patriarca❤️🙏❤️

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