Fertilità

infertilità maschile: 29,3%; infertilità femminile: 37,1%; infertilità maschile e femminile: 17,6%; infertilità idiopatica (senza causa nota): 15,1%; fattore genetico: 0,9%

La guarigione è consapevolezza di Sè

Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “l’infertilità è una patologia caratterizzata dalla incapacità di generare una gravidanza dopo 12 mesi di regolari rapporti sessuali non protetti”.

Si stima che in Italia le coppie che soffrono di infertilità sono il 15%. Secondo il Ministero della Salute, in Italia 1 coppia su 5 ha difficoltà a concepire naturalmente.

Le cause dell’infertilità sia femminile che maschile sono molteplici, possono essere dovute a specifiche patologie dell’uomo e/o della donna, all’età della donna e ad abitudini e stili di vita scorretti, come ad esempio fumo e abuso di alcool e caffeina che possono accelerare la perdita della funzione riproduttiva (Minguez-Alarcon L et al. 2018).

I dati raccolti dal Registro Nazionale sulla Procreazione medicalmente assistita relativi alle coppie che si rivolgono ai centri per la procreazione assistita mostrano, ad oggi, la seguente distribuzione percentuale delle cause di infertilità:

  • infertilità maschile: 29,3%
  •  infertilità femminile: 37,1%
  • infertilità maschile e femminile: 17,6%
  • infertilità idiopatica (senza causa nota): 15,1%
  • fattore genetico: 0,9%

Anche l’infertilità inspiegabile o idiopatica (UI), una condizione che colpisce il 15% delle donne sterili (Carson SA Et al. 2021), sembra essere collegata a un’immunità adattativa sbilanciata in cui persiste uno stato infiammatorio cronico (Ehsani M et al. 2019).

Infatti, è stato dimostrato che le donne infertili inspiegabili hanno un rapporto Th1/Th2 aumentato e un numero di Th17 che induce una condizione pro-infiammatoria,

come dimostrato anche da diversi studi che valutano un aumento del rapporto pro-infiammatorio/anti-infiammatorio in pazienti con IU (Ozkan ZS et al. 2014; Danforth DR et al. 1989, Wilczyński JR et al. 2012).

Fertilità femminile

La principale causa di infertilità femminile è rappresentata dal fattore età. Le motivazioni della diminuzione della fertilità della donna sono principalmente due:

  • La diminuzione del numero degli ovociti

La donna nasce con un numero prestabilito di follicoli, le strutture che contengono gli ovociti, che si formano già quando si trova nel grembo materno e che, con l’avanzare dell’età, diminuiscono gradualmente senza possibilità di rigenerarsi come fanno invece gli spermatozoi.

  • La diminuzione della qualità degli ovociti

Gli ovociti detengono la maggior parte del potenziale riproduttivo poiché, a differenza dello spermatozoo, l’ovocita contiene tutti gli mRNA, le proteine e gli organelli necessari per sostenere le prime fasi dello sviluppo embrionale e far avvenire le prime divisioni cellulari, fino a che non si attiva il genoma dell’embrione (solitamente allo stadio di 4-8 cellule).

Purtroppo però, con l’avanzare dell’età, la competenza dell’ovocita diminuisce (Cimadomo D et al. 2018) poiché:

  • i suoi organelli funzionano meno. Ad esempio, i mitocondri che producono l’energia per far avvenire tutti i processi cellulari diventano meno efficienti;
  • i telomeri, ossia piccole sequenze di DNA che proteggono le estremità cromosomiche come dei cappucci, fondamentali per prevenire la non disgiunzione, si accorciano con il passare del tempo;
  • le coesine, ossia, gli “elastici” che tengono legati i cromosomi tra loro durante le divisioni, funzionano meno con il passare del tempo;

il fuso meiotico, ossia il sistema di tubicini che aggancia i cromosomi di una cellula e li distribuisce tra le due cellule figlie, diventa meno efficiente e a volte dimentica di legare qualche cromosoma o lo sposta dalla parte sbagliata.

Tutto ciò è il motivo per cui all’aumentare dell’età materna si ha generalmente una riduzione del tasso di sviluppo dell’embrione allo stadio di blastocisti, nonché una maggiore probabilità di avere un embrione “aneuploide”, ossia un embrione con un numero errato di cromosomi (trisomie, monosomie),

che in alcuni casi non sarà in grado di impiantarsi, in altri casi potrebbe impiantarsi ma dare un aborto entro le 12 settimane, oppure andare avanti per tutti e 9 i mesi come avviene nei casi di bambini con Sindrome di Down (trisomia 21). Altre cause di infertilità femminile sono:

Problematiche di pervietà tubarica: le tube sono gli organi che consentono l’incontro tra i gameti femminili e maschili e affinché ciò avvenga è necessaria la pervietà delle tube, l’integrità e la funzionalità della mucosa tubarica e del suo apparato muscolare per garantirne l’attività contrattile.

Infezioni pelviche quali quelle da Clamidia oppure problematiche di aderenze dovute a disturbi come l’endometriosi sono tra le più comuni cause di danno tubarico.

Alterazioni ormonali: problematiche endocrinologiche legate a disfunzioni della tiroide o dell’asse ipotalamo-ipofisi (Sindrome di Kallmann, iperprolattinemia, ipopituitarismo, Sindrome di Cushing) o anche patologie quali la sindrome dell’ovaio policistico possono essere responsabili di disfunzioni dei fini meccanismi che regolano il ciclo mestruale, la cui periodicità è requisito fondamentale per la fertilità di una donna.

Patologie specifiche quali endometriosi o sindrome dell’ovaio policistico.

Problematiche uterine congenite: (utero setto, bicorne o sub-setti uterini) o acquisite (polipi, miomi, sinechie) che potrebbero interferire con l’impianto oppure dare problematiche di abortività.

Problematiche genetiche: esistono delle alterazioni cromosomiche congenite che nella donna possono dare infertilità, come ad esempio la Sindrome di Turner (46,0X), in cui manca un cromosoma X, che provoca l’assenza della normale funzione ovarica.

Esistono poi i danni della struttura dei cromosomi come, ad esempio, le traslocazioni o le delezioni che, soprattutto se coinvolgono i cromosomi sessuali, possono interferire con lo sviluppo degli ovociti oppure dare problematiche di abortività.

Bibliografia scientifica: Libro salute della Donna Metagenics

 

Francesca Boraso
Francesca Boraso
Cardano al Campo VA
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Vorrei con questa recensione esprimere la mia gratitudine per Francesco AnimA grande, come lo chiamo io… Stavo attraversando un momento davvero difficile .. di quelli dove non sai più da dove partire… è bastata una consulenza telefonica breve ma di sostanza aggiungo, e lui aveva già capito tutto ed io avevo capito che stavo già meglio, si è aggiunta poi una cura di 20 gg ma io dopo 10 stavo benone avevo ritrovato la vitalità che avevo dimenticato da un po’. Grazie è poco per Francesco professionista ricercatore e amante dello stare bene. 😍🥰🤩

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