È possibile curare la gotta e l’iperuricemia senza farmaci o riducendoli ?
La Medicina di Segnale sembra essere in grado di farlo, vediamo come. Solitamente la gotta in senso lato, comprendendo quindi anche gli stati iperuricemici, si accompagna a ipertensione, obesità, diabete, dislipidemia (soprattutto ipertrigliceridemia), quindi un cambiamento nello stile di vita comporterà un miglioramento generale di tutti i parametri.
Primo dato: il movimento. Il movimento costante trasmette segnali di consumo con diminuzione dell’insulinoresistenza, diminuzione del grasso e rapido smaltimento dei carboidrati tra cui anche il fruttosio introdotto; tutto ciò determina di per sé una riduzione dell’acido urico.
Dieta: a basso contenuto di sodio certamente.
Uno studio statunitense dimostra che la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension) a basso contenuto di sodio prescritta agli ipertesi determina una diminuzione dell’acido urico. Il sodio è componente essenziale dell’urato monopodico circolante nel sangue, quindi meno sodio vuol dire meno acqua ritenuta, meno flogosi e più acido urico eliminato.
Disponiamo già di due strumenti: movimento e dieta a scarso contenuto di sale (strumenti che comunque sono indicati per tutti). D’altronde i nostri antenati preistorici facevano molto movimento, avevano una dieta pressoché priva di sale e avevano bassi livelli di acido urico.
Altro step: gli zuccheri. Fruttosio e saccarosio, che è un suo precursore, innalzano vistosamente l’uricemia: il fruttosio entra direttamente nella cascata che ha come prodotto finale l’acido urico.
E il fruttosio della frutta?
A livello epatico il fruttosio subisce un processo di riduzione utilizzando fosfato e ATP con consumo energetico generando steatosi epatica non alcolica a causa dell’incremento dei trigliceridi.
Alla classica domanda si risponde che il fruttosio della frutta è differente da quello che l’industria aggiunge ai cibi perché nella frutta vi sono normalmente sali minerali e antiossidanti, tra cui importanti livelli di vitamina C che aumenta l’escrezione urinaria di acido urico. Tutto ciò che di nocivo innesca il fruttosio nel nostro organismo è elencato qui di seguito:
◗ attiva la gliconeogenesi;◗ favorisce l’accumulo di grassi e l’obesità viscerale;◗ induce insulinoresistenza e aumenta i valori pressori; ◗ non stimola la produzione di leptina;◗ diminuisce i livelli di GLP1 (Glucagon-Like Peptide 1);◗ stimola scarsamente la produzione di insulina e non influenza la ghrelina;◗ iniettato all’interno dei ventricoli cerebrali stimola l’assunzione di cibo, mentre il glucosio la inibisce; ◗ induce ipetrigliceridemia e steatosi anche in restrizione calorica, se presente per il 40% nella dieta.
Altro dato da evidenziare è che il fruttosio aggiunto a una dieta ipercalorica incrementa l’uricemia, ma ciò non avviene se la dieta è isocalorica per il soggetto. Inoltre negli alimenti industriali fruttosio e zuccheri aggiunti servono per addolcire, per conservare o per mascherare altri sapori.
Il terzo strumento della nostra strategia quindi è: niente zuccheri di qualunque fruttosio aggiunto o edulcoranti.
Capitolo purine: gli alimenti più ricchi di purine sono il pesce azzurro, le frattaglie, il fegato, i mitili (molluschi) e i crostacei. È sempre stato indicato di eliminare completamente dalla dieta gli alimenti che contengono troppe purine e anche i prodotti integrali (le purine sono presenti nel germe di grano). Alcuni consigliano anche una dieta ipoproteica (fino a 30-40 g/ die di proteine).
La Medicina di Segnale, in cui il movimento è un fondamento della terapia, non riduce le proteine e le mantiene intorno al 1-1,2 g pro kg/die. Per l’assunzione delle purine bisogna valutare il paziente, come vedremo più avanti. Altre indicazioni sono:
◗ assumere frutta e verdura meglio ancora se crude, ricordando che cipolla, carota, sedano, carciofo e zucca sono alimenti utili per ridurre l’acido urico;◗ data l’azione uricosurica della vitamina C, è utile aggiungere almeno 500 mg/die di questa vitamina;
◗ evitare l’assunzione di alcol, soprattutto superalcolici e birra (la scura è anche ricca di purine) perché l’alcol può essere metabolizzato a lattato che contrasta l’eliminazione urinaria di urato;◗ è importante un’adeguata idratazione, da 1,5 a 2 litri di acqua al dì;◗ assumere sempre un alcalinizzante per favorire l’eliminazione renale di acido urico e limitarne il deposito (citrati di sodio, calcio, magnesio, potassio, manganese, zinco)
Nel paziente gottoso con tofi e attacchi acuti l’alimentazione di rotazione deve tenere conto degli alti livelli di acido urico, per cui oltre all’eliminazione di zuccheri, alcol e birra si consiglia per almeno 4 settimane di non assumere prodotti contenenti purine animali, mentre resta come sempre l’uso dell’integrale e si consuma tranquillamente carne.
Al termine delle 4 settimane si reintroducono anche gli alimenti con purine, notando comunque che in una dieta di segnale ben difficilmente si ha sovrabbondanza di queste sostanze.
Dopo queste 4 settimane può essere utile controllare i livelli di acido urico e comportarsi di conseguenza: se il paziente ha rispettato le regole riguardanti il movimento e il divieto all’introduzione degli zuccheri il livello di acido urico sarà sensibilmente calato anche se avrà mangiato acciughe.
Nelle iperuricemie asintomatiche con valori < 9 mg/dL si può cominciare una dieta di rotazione classica senza eliminazione completa delle purine. Nelle iperuricemie asintomatiche con valori > 9 mg/dL appare più prudente limitare le purine almeno inizialmente (per esempio per 2 settimane).
In sintesi: eliminiamo tutti gli zuccheri, pratichiamo movimento regolare e costante, mangiamo anche carne, selvaggina e tutto il nostro integrale bilanciandoli in un’alimentazione di segnale povera di sale e ricca di frutta, verdura e fibra.
Possiamo concludere che la gotta e l’iperuricemia sono due situazioni metaboliche che la Medicina di Segnale può completamente risolvere evitando uso e abuso di farmaci e assurdità dietetiche.
Bibliografia: Medicina di Segnale