Cos’è il Dolore Cronico

È collegato a molte condizioni patologiche come per esempio l’osteoartrosi, le patologie tumorali, i disturbi del disco intervertebrale, le fratture, le cefalee, le neuropatie, la sclerosi multipla, continua ...

La guarigione è capire le cause

La “malattia dolore” è una delle cause più comuni di accesso alle cure mediche ed è un complesso problema sanitario, essendo una delle condizioni con maggiori risvolti socioeconomici nella nostra società.

L’ International Association for the Study of Pain ha definito il dolore come un’esperienza spiacevole sensoriale ed emotiva associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritto in termini di tale danno.

Il dolore cronico può manifestarsi anche in assenza di qualsiasi evidente innesco, ed è collegato a molte condizioni patologiche come per esempio l’osteoartrosi, le patologie tumorali, i disturbi del disco intervertebrale,

le fratture, le cefalee, le neuropatie, la sclerosi multipla, il diabete, le infezioni, le ferite, le sindromi delle fasce muscolari, i postumi della toracectomia, l’herpes zoster.

Questa condizione ha un rilevante impatto sulla percezione soggettiva dello stato di salute, influenza le attività quotidiane, e si associa a sintomi depressivi e ad altri problemi di tipo psicologico, che a loro volta vanno ulteriormente a gravare sulla qualità di vita dell’individuo.

La fondazione ISAL (Istituto di Scienze Algologiche) riporta gli ultimi dati del Rapporto del Consiglio dell’Unione Europea sulle malattie croniche e sul ruolo del dolore,

evidenziando che in Europa la prevalenza del dolore cronico è compresa tra il 16% e il 46%, mentre in Italia raggiunge il 26% della popolazione, ovvero circa 13 milioni di persone.

Le vie ascendenti del dolore collegano il punto in cui si verifica lo stimolo doloroso alla corteccia cerebrale che elabora la sensazione dolorosa e sono costituite almeno da tre neuroni:

  1. il neurone periferico (fibre Aδ e/o C) che riceve lo stimolo, ha il corpo cellulare nei gangli delle radici posteriori del midollo spinale e l’assone a T che raggiunge i tessuti periferici dove finisce con terminazioni libere (nocicettori); dall’altra parte contrae sinapsi con il secondo neurone;
  1. il secondo neurone (o neurone di II ordine) è posto nelle corna posteriori della sostanza grigia del midollo spinale;
  1. il suo assone scorrendo lungo i fasci spino-talamico e spinoreticolo-talamico della sostanza bianca del midollo spinale si mette in connessione con il terzo neurone.
  2.  il terzo neurone si trova nel talamo e si connette con la corteccia cerebrale.

Il dolore cronico è riconosciuto come una condizione biopsicosociale: si ritiene che l’esperienza soggettiva

del dolore cronico derivi da interazioni tra molteplici fattori nocicettivi, affettivi, socioculturali, comportamentali e cognitivi.

Tennant e collaboratori recentemente hanno riportato i dati di 40 individui affetti da artropatie, miopatie, e/o neuropatie, aggravate da grave insonnia, che descrive vano il dolore come costante e intrattabile con terapie multiple standard.

Per ottenere una riduzione del 50-75% del dolore sono stati utilizzati approcci non standard che includevano l’analisi di alcuni citocromi P450 (2D6, 2C9, 2C19), terapie ormonali, l’uso di oppioidi multipli.

Questi dati dimostrano, ancora una volta, quanto siano necessari nuovi approcci rispetto a quelli standard.

I mediatori dell’infiammazione sono le sostanze che avviano e regolano le reazioni infiammatorie; tra questi si trovano le citochine Th1/Th17/Th22, così come IL-1β, IL-17 e IL-22.

Le cellule Th1 possono essere coinvolte all’inizio del danno e sono implicate nei processi autoimmuni assieme alle Th17. La curcumina ha la potenzialità di diminuire le risposte immunitarie delle Th17.

trattamenti farmacologici, che si avvalgono in prima battuta di farmaci quali paracetamolo, antinfiammatori non steroidei, ma che, spesso a causa dell’intensità del dolore e delle limitazioni date dall’effetto tetto,

effetti collaterali (a livello epatico, renale, cardiocircolatorio e gastrointestinale, conducono ad una necessaria integrazione con farmaci oppioidi influenzando ulteriormente alcuni aspetti psicologici e funzionali dei pazienti, in particolare anziani;

modifiche dello stile di vita agendo sulla nutrizione e promuovendo l’utilizzo di integratori, vitamine, fibre e acidi grassi omega-3 che aiutino a riequilibrare il microbiota intestinale e ad abbassare l’infiammazione sistemica.  

Come ormai ben noto, l’infiammazione riveste un ruolo chiave nello sviluppo del dolore cronico osteoartrosico, spesso fortemente correlata ad un aumento dell’indice di massa corporea.

L’obesità (indice di massa corporea >30) ad un aumento dell’infiammazione cronica, ad una diminuzione della capacità funzionale, e a un peggioramento della qualità della vita.

Il tessuto adiposo, infatti, è un organo endocrino che produce e secerne oltre 600 adipochine, generando uno stato infiammatorio.

L’obesità contribuisce al dolore cronico per:

  1.  sollecitazioni su tutto il sistema scheletrico e articolazioni (danno meccanico)
  2. stato pro-infiammatorio sistemico
  3. diminuzione del sonno e peggioramento della qualità della vita Il dolore cronico contribuisce all’obesità:
  4. paura del movimento
  5. disabilità fisica

Meleger e collaboratori, studiando 50 soggetti sotto terapia cronica con oppioidi a lungo termine, hanno osservato che erano molto diffusi l’obesità e erronei comportamenti alimentari, suggerendo la necessità di seguire questi pazienti da un punto di vista nutrizionale.

È stato inoltre dimostrato che un intervento sullo stile di vita potrebbe modulare l’epigenetica, agendo sulle modificazioni degli istoni, sulla metilazione del DNA e sull’espressione dei microRNA.

Tali meccanismi epigenetici possono silenziare l’espressione di geni pro- o anti-nocicettivi e influenzare la farmacodinamica o la farmacocinetica degli analgesici mediante controllo di bersagli farmacologici o di enzimi coinvolti nel metabolismo dei farmaci.

A loro volta, l’obesità viscerale, lo stato infiammatorio, l’insulino resistenza e la steatosi epatica sono correlate alla disbiosi.

Bibliografia: Metagenic Il Consiglio degli Specialisti modificato by Francesco Ciani

Letizia D'Angeli
Letizia D'Angeli
Pesaro
Ciao Francesco!! Dopo che sono stata da te, sto proprio meglio con me stessa, sono riuscita a togliermi quei pensieri negativi che affollavano la mente, adesso mi soffermo, ragiono, elimino quello che non serve e penso di più a me stessa! I rimedi naturali che mi hai dato mi hanno fatto benissimo, infatti devo tornare a prenderli per un altro ciclo! Grazie Francesco sei una persona speciale e sono felice di averti incontrato, sapevo che dovevo venire da te e avrei potuto farlo anche prima, ma ho aspettato perché avevo bisogno di curarmi con il silenzio, con il leggere dei libri e ascoltando la musica, avevo bisogno di provare dolore perché poi dopo il dolore c'è la rinascita, tu hai fatto parte di questo, grazie 🙏🏼💯

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