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Ora non riesce più a rendere e di conseguenza in breve tempo neppure a riprendere ciò che gli piacerebbe tanto prendere. Nell’inspirazione immettiamo ossigeno, nell’espirazione emettiamo anidride carbonica. L’asmatico vuole tenersi tutto e in questo modo si avvelena da solo, in quanto non riesce più a liberarsi di ciò che ha ormai utilizzato. Questo prendere senza dare porta letteralmente a una sensazione di soffocamento.
Il rapporto sbagliato tra prendere e dare, che si somatizza in modo tanto espressivo nell’asma, si ritrova in molte persone. Sembra così semplice avere un rapporto equilibrato tra dare e avere, e tuttavia tanti cadono proprio qui. Noi ci riferiamo soltanto a quello che uno vorrebbe avere, sia che si tratti di denaro che di fama, di conoscenza, di saggezza, ecc., in ogni caso il rapporto tra dare e avere deve stare in equilibrio se non si vuole che quanto abbiamo preso ci soffochi.
Dopo queste considerazioni generali sul respiro, osserviamo più da vicino il quadro dell’asma bronchiale – una malattia che costituisce sempre un esempio impressionante di rapporti psicosomatici.
L’asma bronchiale si manifesta con una improvvisa mancanza d’aria, con un’espirazione tipica, simile a un fischio.
È caratterizzata da un restringimento dei bronchi e bronchioli, che può essere provocato da un crampo della muscolatura liscia, da una infiammazione delle vie respiratorie e da un gonfiore allergico e secrezione della mucosa.
L’attacco d’asma viene vissuto dal paziente come una sorta di pericoloso soffocamento, chi ne è colpito lotta per l’aria, respira faticosamente, faticando specialmente nell’espirazione. Nell’asmatico si uniscono diversi problemi, che nonostante siano molto simili dobbiamo, per motivi didattici, descrivere separatamente.
Prendere e dare:
L’asmatico cerca di prendere troppo. Inspira a pieni polmoni – e arriva a un sovraccarico dei polmoni e quindi a un crampo espiratorio. Si prende fino al limite estremo possibile e quando si deve restituire, si arriva al crampo.
Vediamo qui molto chiaramente il turbamento dell’equilibrio: le polarità prendere e dare si debbono corrispondere per poter formare un ritmo. La legge della mutazione vive di un equilibrio interno – e ogni sovraccarico interrompe il flusso. Nell’asmatico viene appunto interrotto il flusso respiratorio perché egli pensa troppo a prendere e quindi si sovraccarica.
Pretese di dominio e piccolezza:
L’asmatico possiede una grande pretesa di dominio, che però non confessa neppure a se stesso e che quindi viene sospinta nel corpo, dove riemerge sotto forma del ” gonfiore ” dell’asmatico. Questo gonfiore mostra chiaramente l’arroganza e la pretesa di dominio che egli ha accuratamente eliminato dalla sua coscienza. Per questo si rifugia volentieri nell’idealismo e nel formalismo.
Se pero l’asmatico viene confrontato col desiderio di potere e di dominio di un altro (legge dei simili), il terrore gli attanaglia i polmoni e gli impedisce la parola – che viene modulata dall’aria che espiriamo. L’espirazione non gli riesce più – gli manca l’aria.
L’asmatico utilizza quindi i propri sintomi per esercitare un dominio sul mondo circostante. Gli animali domestici devono essere eliminati, ogni granello di polvere deve sparire, nessuno può fumare, eccetera.
Questo desiderio di dominio trova la sua massima espressione negli attacchi più pericolosi, che si manifestano quando l’asmatico viene confrontato con il proprio desiderio di dominio.
Questi attacchi sono pericolosi per il malato perché lo portano in situazioni che non riesce più a controllare. E impressionante fino a che punto un malato danneggia se stesso solo per esercitare un potere.
In psicoterapia spesso un attacco è l’ultima salvezza, quella alla quale ci si aggrappa quando si arriva troppo vicino alla verità. Ma già questa parentela stretta tra esercizio di potere e auto sacrificio fa intuire qualcosa circa l’ambivalenza di questo desiderio di dominio vissuto a livello inconscio.
Infatti insieme al crescente desiderio di potere, con questo continuo gonfiarsi cresce proporzionalmente anche il polo opposto, ovvero la debolezza e il senso di piccolezza e inettitudine.
Un compito che l’asmatico dovrebbe imparare sarebbe quello di realizzare e accettare nella propria coscienza questa piccolezza.
Dopo un periodo prolungato di malattia si arriva a una dilatazione e a un irrobustimento del torace, che conferisce un aspetto solido e potente, ma consente ben poco aumento di volume respiratorio, perché non c’è elasticità. Più chiaramente il conflitto non potrebbe somatizzarsi: pretesa e realtà.
Nel gonfiarsi ritroviamo una buona dose di aggressività. L’asmatico non ha mai imparato ad articolare adeguatamente la sua aggressività a un livello verbale. Vorrebbe prendere aria, ha la sensazione di scoppiare, ma ogni possibilità di articolare in grida o improperi la sua aggressività resta nascosta nei polmoni.
In questo modo queste manifestazioni aggressive regrediscono sul piano fisico e si manifestano sotto forma di tosse ed espettorazione. Pensiamo all’espressione: sputare in faccia a qualcuno… L’aggressività si mostra inoltre nella componente allergica che in genere è legata all’asma.
Pretese di dominio e piccolezza:
L’asmatico possiede una grande pretesa di dominio, che però non confessa neppure a se stesso e che quindi viene sospinta nel corpo, dove riemerge sotto forma del ” gonfiore ” dell’asmatico. Questo gonfiore mostra chiaramente l’arroganza e la pretesa di dominio che egli ha accuratamente eliminato dalla sua coscienza. Per questo si rifugia volentieri nell’idealismo e nel formalismo.
Se pero l’asmatico viene confrontato col desiderio di potere e di dominio di un altro (legge dei simili), il terrore gli attanaglia i polmoni e gli impedisce la parola – che viene modulata dall’aria che espiriamo. L’espirazione non gli riesce più – gli manca l’aria.
L’asmatico utilizza quindi i propri sintomi per esercitare un dominio sul mondo circostante. Gli animali domestici devono essere eliminati, ogni granello di polvere deve sparire, nessuno può fumare, eccetera.
Questo desiderio di dominio trova la sua massima espressione negli attacchi più pericolosi, che si manifestano quando l’asmatico viene confrontato con il proprio desiderio di dominio. Questi attacchi sono pericolosi per il malato perché lo portano in situazioni che non riesce più a controllare.
E impressionante fino a che punto un malato danneggia se stesso solo per esercitare un potere. In psicoterapia spesso un attacco è l’ultima salvezza, quella alla quale ci si aggrappa quando si arriva troppo vicino alla verità.
Ma già questa parentela stretta tra esercizio di potere e auto sacrificio fa intuire qualcosa circa l’ambivalenza di questo desiderio di dominio vissuto a livello inconscio.
Infatti insieme al crescente desiderio di potere, con questo continuo gonfiarsi cresce proporzionalmente anche il polo opposto, ovvero la debolezza e il senso di piccolezza e inettitudine.
Un compito che l’asmatico dovrebbe imparare sarebbe quello di realizzare e accettare nella propria coscienza questa piccolezza.
Dopo un periodo prolungato di malattia si arriva a una dilatazione e a un irrobustimento del torace, che conferisce un aspetto solido e potente, ma consente ben poco aumento di volume respiratorio, perché non c’è elasticità.
Più chiaramente il conflitto non potrebbe somatizzarsi: pretesa e realtà.
Nel gonfiarsi ritroviamo una buona dose di aggressività. L’asmatico non ha mai imparato ad articolare adeguatamente la sua aggressività a un livello verbale. Vorrebbe prendere aria, ha la sensazione di scoppiare, ma ogni possibilità di articolare in grida o improperi la sua aggressività resta nascosta nei polmoni.
In questo modo queste manifestazioni aggressive regrediscono sul piano fisico e si manifestano sotto forma di tosse ed espettorazione. Pensiamo all’espressione: sputare in faccia a qualcuno…
L’aggressività si mostra inoltre nella componente allergica che in genere è legata all’asma.
Bibliografia: Medicina di Segnale