Acido butirrico
L’acido butirrico insieme all’acido acetilico, propionico valerico sono acidi grassi a corta catena (SCAFs), unici nutrienti delle cellule del sistema digerente dei mammiferi. Essi stimolano la motilità intestinale stimolando la sintesi di serotonina.

Gli SCAFs sono ottenuti da diversi sistemi digerenti dei differenti mammiferi dalla fermentazione delle fibre indigeribili da parte di ceppi batterici nel colon, dalla demolizione dei grassi saturi, nello stomaco o dalla fermentazione della cellulosa dal cieco, che si sono differenziati sulla base delle differenti preferenze alimentari.
Passano l’epitelio intestinale ed entrano nel sangue dove hanno meccanismi di segnalazione cellulare: inibizione dell’istone deacetilase (HDACs) e attivazione dei G-protein-cupled-rceptor (GPCRs). L’HDACs regola l’espressione genica, la sua inibizione apre ad una enorme gamma di conseguenze che devono essere per la maggior parte ancora comprese.

I GPCRs sono stati identificati come recettori per gli SCAFs e sono coinvolti nella regolazione del metabolismo e dell’infiammazione. Gli SCAFs la chemiotassi, la fagocitosi, inducono i ROS, modificano la proliferazione cellulare, hanno azione antinfiammatorie, antitumorali e antimicrobiche. Svolgono un ruolo importante nel mantenere l’omeostasi intestinale e immunitaria.
L’azione sui processi infiammatori da parte degli SCAFs è confermata dal fatto che i FANS sono derivati di sintesi dell’acido acetilico e propionico, anche se l’azione inibitoria del butirrico è superiore.

L’uso dell’acido butirrico è stato proposto come approccio alternativo nelle patologie autoimmuni e infiammatorie, contro le infezioni batteriche, ridurre la proliferazione cellulare nei tumori del colon, ridurre la glicemia, la resistenza insulinica, la dislipidemia e la gluconogenesi in maniera confrontabile con la metformina.
L’acido butirrico mostra azione protettiva in modelli sperimentali di atrofia spinale muscolare, così come riduce l’atrofia muscolare da invecchiamento, ha azione terapeutica su rinite allergica, migliora le funzione cardiache, riduce l’intake in animali dipendenti, protegge da gravi lesioni polmonari acute a distanza causate da ustioni.

Alla luce della recente letteratura è evidente che così tante azioni siano dovute siano dovute ad un unico effetto sul microbioma intestinale risultante in una disinfiammazione.
Oggi non sorprende più che a questa azione intestinale possano corrispondere azioni cerebrali, come miglioramenti comportamentali di stati ansiosi depressivi, delle funzioni cognitive, delle risposte allo stress, riduzioni di comportamenti autistici, di psicosi maniache.

Dato che l’aptake cerebrale è stato misurato essere dell’ordine dello 0,006%, è evidente che per influenzare i processi cerebrali non deve per forza entrare nel cervello, ma può agire su sistema nervoso periferico e sul sistema immunitario.
I recettori SCAFs sono importanti regolatori di funzioni immunologiche, incluso la neuro infiammazione, il metabolismo energetico, la regolazione endocrina della fisiologia e del comportamento .

Le risposte osservate nelle patologie psichiatriche, inclusa la depressione, ad una iperacetilazione dell’istone indotto dal butirrato, come una riduzione di un comportamento depressivo in modelli sperimentali, può dipendere da un aumento del livello di BDNF in specifiche regioni cerebrali, come la corteccia prefrontale, che è probabilmente dovuta ad un aumento acetilazione nel gene BDNF.
Così una risposta sui recettori olfattivi del rene (Olfr78) è in grado di regolare la pressione sanguigna.
Pubblicazioni scientifiche:
https://www.successclubprofessional.com/wp-content/uploads/2019/10/Pubblicazioni-scientifiche.pdf
Bibliografia: Medicina di Segnale

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